Belgio: la Chiesa si oppone allo "sbattezzo"
La diocesi di Gand ha 30 giorni per cancellare dai registri battesimali chi non vuole più considerarsi battezzato. Ma il sacramento è indelebile e certi atei che vogliono farselo cancellare a ogni costo sembrano crederci più dei cristiani.
Alla diocesi di Gand, in Belgio, si vorrebbe imporre di cancellare dai registri battesimali il nome di chi non vuole più considerarsi cattolico.
«L'autorità belga per la protezione dei dati ha concesso alla Chiesa 30 giorni per ricorrere contro la sua sentenza», scrive Luke Coppen su The Pillar, «che potrebbe potenzialmente costituire un precedente non solo in Belgio ma anche negli altri 26 Stati membri dell'Unione europea». Da parte sua la Chiesa belga obietta «che la decisione solleva “molte questioni giuridiche” e “dovrebbe essere esaminata a livello europeo”» e pertanto «continuerà a utilizzare l'attuale procedura», che consiste nell'apporre una nota nel registro battesimale, specificando che la persona non desidera più essere identificata come cattolica.
Si può cancellare un registro, ma non un sacramento: agli aspiranti "sbattezzati" la Chiesa ricorda che «il battesimo sigilla nel cristiano il segno spirituale indelebile della sua appartenenza a Cristo», appartenenza che non viene meno, come se la figliolanza divina impressa nel battesimo si potesse raschiare via dall'anima. Neanche quando il battezzato rifiuta la fede e la vita cristiana. È pertanto in difesa della verità sul battesimo che la Chiesa si oppone a una richiesta dietro la quale c'è la battaglia ideologica per lo "sbattezzo", condotta da anni anche in Italia da varie associazioni atee. Una battaglia, a dire il vero, ben poco laica: se il battesimo li ha lasciati liberi di diventare atei che paura ne hanno? A meno che non temano davvero che il sacramento abbia lasciato qualche effetto nella loro anima, dimostrando così di crederci più di molti cristiani.