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Belgio, i progressisti attaccano il Papa. E lui elogia Baldovino

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Indecente trattamento riservato a Francesco durante il viaggio in Belgio, conclusosi ieri. A Lovanio, l’Université Catholique lo attacca su donne e omosessualità. Il Papa risponde alle critiche e propugna l’avvio della causa di beatificazione di Baldovino, il re che non firmò la legge sull’aborto.

Ecclesia 30_09_2024
Papa Francesco all'Università di Lovanio, 28/09/2024 (Ap via LaPresse)

Chissà se dopo la brutta esperienza in Belgio, Francesco inizierà a diffidare del cattolicesimo progressista. Quel che è certo è che ieri, sul volo di ritorno da Bruxelles, il Papa ha esternato la sua irritazione per il trattamento ricevuto a Lovanio. Prima, il rettore Luc Sels gli ha rimproverato in faccia di trattare la «questione della diversità di genere in modo così rigido» e ha chiesto alla Chiesa «una maggiore apertura verso la comunità Lgbtq+» e finanche il sacerdozio femminile. Poi l'incidente alla Université Catholique, con la lettera critica di studenti e docenti su donne e omosessualità di fronte alla quale il Papa non si è tirato indietro, dicendo 'no' alle ideologie che pretendono di decidere ciò che è femminile e aggiungendo – probabilmente in risposta a chi lo ha incalzato sull'ordinazione femminile – che è «brutto quando la donna vuole fare l'uomo».

Ma chi comanda nell'università che mantiene ancora la definizione di “cattolica”, però, non ha voluto lasciare l'ultima parola al Pontefice e prima ancora che l'incontro finisse ha diffuso una nota nella quale veniva manifestata «incomprensione e disapprovazione riguardo alla posizione espressa da Papa Francesco sul posto delle donne nella Chiesa e nella società». Alcuni studenti hanno dato luogo ad un vero e proprio volantinaggio tra la folla che lasciava l'aula per consegnare il testo di questo comunicato. Il comportamento dell'università è stato davvero inqualificabile, specialmente se si tiene in considerazione che l'anziano Pontefice, reduce peraltro da un lungo viaggio di 11 giorni tra quattro Paesi, aveva voluto ugualmente partire per il Belgio proprio per commemorare il 600° anniversario della fondazione dell'ateneo.

Bergoglio se n'è giustamente risentito e ne ha parlato sul volo per Roma, spiegando che il comunicato di protesta «è stato fatto nel momento in cui io parlavo. È  stato pre-fatto e questo non è morale». Quello descritto dal Pontefice è un vero e proprio “agguato”, incomprensibile da parte di un'università cattolica. Perché hanno scelto di invitare il Papa per l'anniversario? Per contestarlo davanti al mondo intero rinfacciandogli di aver difeso gli insegnamenti di sempre della Chiesa? Francesco, in ogni caso, si è comportato egregiamente in Belgio. Alla Chiesa locale ultra-progressista ha voluto ricordare quali sono le vere sfide che è chiamata ad affrontare, dicendo che «il processo sinodale dev'essere un ritorno al Vangelo; non deve avere tra le priorità qualche riforma “alla moda”, ma chiedersi: come possiamo far arrivare il Vangelo in una società che non lo ascolta più o si è allontanata dalla fede?».

In un Paese dove da decenni l'eutanasia è legale, si spinge per la maternità surrogata, si elimina l'ora di religione nelle scuole, Francesco ha esaltato la figura di re Baldovino che nel 1990 si rifiutò di promulgare la legge sull'aborto, preferendo farsi “sospendere” per 48 ore dopo aver inviato al Parlamento una lettera in cui manifestava la sua contrarietà. Bergoglio ha prima pregato sulla sua tomba (nella foto di Vatican Media/LaPresse), poi davanti ai governanti di oggi ne ha elogiato il coraggio, quando scelse di «lasciare il suo posto da re per non firmare una legge omicida» indicandolo come esempio «in questo momento in cui si fanno strada leggi criminali». Ieri, al termine della Messa nello stadio, Francesco ha annunciato di volerlo beato, sferzando sia il potere civile che quello religioso con parole eloquenti: «Che il suo esempio di uomo di fede illumini i governanti. Chiedo che i vescovi belgi si impegnino a portare avanti questa causa».

Un discorso non casuale perché il Papa conosce bene le resistenze che la beatificazione di Baldovino per la sua coerenza di sovrano cattolico potrebbe incontrare non solo tra i politici laicisti ma anche nello stesso episcopato belga. Infatti, una giornalista sul volo ha subito parlato di "stupore" per le parole papali sul re morto nel 1993. Francesco, però, ancora una volta ha tenuto il punto e ha risposto: «Il re è stato un coraggioso perché davanti a una legge di morte, lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, no? Ci vuole un politico “con pantaloni” per fare questo. Ci vuole coraggio. Anche lui con questo ha dato un messaggio e anche lui l’ha fatto perché era un santo. Quell'uomo è santo e il processo di beatificazione andrà avanti, perché mi ha dato prova di questo». Alla stessa giornalista che ha tirato in ballo quello che ha definito «il diritto delle donne ad avere una vita senza sofferenze», il Papa ha ribattuto con nettezza che «le donne hanno diritto alla vita: alla vita loro, alla vita dei figli». Ancora più nettamente, Francesco ha continuato: «Un aborto è un omicidio. La scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono già tutti gli organi… Si uccide un essere umano. E i medici che si prestano a questo sono sicari. Sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita». Poi il Pontefice ha aggiunto che i metodi anticoncezionali sono «un'altra cosa» per chiosare, nuovamente, che sul fatto che l'aborto è un omicidio «non si può discutere» perché «è la verità».