Avversari politici e Chiesa, Tusk rispolvera metodi da regime
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Revocata dal parlamento polacco, relativamente a una lite con un attivista, l’immunità a Jaroslaw Kaczynski, leader dell’opposizione. Perquisiti gli uffici di una fondazione legata a Radio Maryja. Con Tusk al governo sembrano tornati certi metodi di Jaruzelski.
Tra circa due settimane, dall’1 gennaio e sino a giugno 2025, la Polonia guidata dal governo di Donald Tusk e dalla coalizione liberal-socialista è chiamata alla presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea. Durante il semestre europeo si svolgeranno le elezioni presidenziali e, per prepararsi adeguatamente, il premier Tusk risfodera alcuni metodi autoritari di Jaruzelski, avallando processi giudiziari per gli oppositori e intimidazioni per le opere della Chiesa.
Terminati gli sforzi e i successi della presidenza ungherese, spetterà a Varsavia guidare il rilancio del continente e riprendere la collaborazione con quel Donald Trump che con Tusk ha in comune solo il nome di battesimo, non certo i valori di fondo. Varsavia vorrà valorizzare la sicurezza in sette dimensioni: esterna, interna, informativa, economica, energetica, alimentare e sanitaria. C’è da ricordare che il ministro dell’Istruzione, Barbara Nowacka, ha recentemente ribadito che anche durante la presidenza europea si promuoverà una «educazione inclusiva», cioè «un approccio all'insegnamento e all'educazione volto ad aumentare le opportunità educative… e integrarle pienamente nella vita sociale».
Allo stesso tempo, però, proprio la coalizione di Tusk dovrà affrontare, in ordine sparso almeno al primo turno, le elezioni presidenziali del proprio Paese che si svolgeranno il prossimo 18 maggio. Elezioni che vedono in particolare l’attuale sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, candidato per il partito “liberal-socialista” di Tusk, dichiaratamente impegnato a favore dell’aborto e della propaganda Lgbt. In preparazione del voto, visti i poteri di veto e di nomina che sono attribuiti al presidente della Repubblica e che Andrzej Duda ha ampiamente usato nell’ultimo anno per bloccare le bizze illiberali di Tusk, il governo di Varsavia sta usando tutto il proprio arsenale autoritario.
La massiccia manifestazione dell’1 dicembre a Varsavia contro la proposta di indottrinare al verbo Lgbt, contraccettivo e abortista bambini e ragazzi nelle scuole, come illustrato su queste pagine nei giorni scorsi, ha avuto per contraltare la dichiarazione di Graeme Reid, “esperto indipendente” dell’Onu per la protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull'orientamento sessuale. Reid ha dichiarato che «le persone Lgbt sono influenzate negativamente dalla mancanza di protezioni adeguate» in Polonia, invitando i legislatori a provvedere.
Per evitare voci discordanti durante il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea e limitare i pericoli che potrebbero derivare da una competizione trasparente e democratica nelle prossime elezioni presidenziali, la maggioranza della camera bassa del parlamento (Sejm) ha approvato, venerdì 6 dicembre, la revoca dell'immunità del leader dell'opposizione e cattolico nazionalista Jaroslaw Kaczynski, in relazione e limitatamente alle accuse dell’attivista Zbigniew Komosa, per una lite durante un evento commemorativo del disastro aereo del Tupolev del 2010.
Non contenti di questo, la stessa coalizione di governo e i responsabili della Procura speciale anti-corruzione (CBA), agli ordini del ministro della Giustizia, negli stessi giorni e a ridosso delle celebrazioni per il 33° anniversario della nascita di Radio Maryja, emittente cattolica polacca, hanno inviato i propri agenti a perquisire gli uffici della Fondazione Lux Veritatis, ente legato alla radio e alle sue opere massmediatiche, educative, culturali e religiose, nelle sedi di Varsavia, Toruń e Breslavia. L'indagine riguarda accuse di uso improprio di fondi pubblici per finanziare il Museo della Memoria e dell'Identità di Toruń, che è parte del complesso dove si trova il Santuario dei Santi Polacchi e l’Accademia universitaria AKSiM con annesso uno studentato per 400 allievi.
Non sono stati effettuati arresti e la fondazione ha fornito volontariamente documenti e dati, tuttavia l’azione intimidatoria è stata ben chiara. Radio Maryja, fondata dal padre redentorista Tadeusz Rydzyk, ha iniziato a trasmettere nel 1991, è cresciuta fino a diventare un mezzo di comunicazione globale, combinando la programmazione religiosa con una strenua difesa della tradizione cristiana e dell’identità polacca contro il neocentralismo europeo. Le celebrazioni del suo anniversario hanno sottolineato la sua grande importanza per la Chiesa cattolica e i politici del Paese. La Messa di sabato 7 dicembre è stata presieduta dall'arcivescovo di Cracovia, Marek Jędraszewski, e ha visto la partecipazione di personalità politiche e il messaggio del presidente Duda.
Tentare di azzoppare politicamente gli avversari e rappresentanti del maggior partito di opposizione e intimidire le voci libere della Chiesa polacca sono metodi che appartengono al regime comunista di Wojciech Witold Jaruzelski. Non pensavamo che il prossimo presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Donald Tusk, volesse riportare in vita tali metodi e iniziative.
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