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CONTEMPLIAMO LA LITURGIA

Avvento, un inizio nel segno del profeta e della Speranza

Nelle domeniche di Avvento, che iniziano oggi, con le opere d'arte seguiremo il percorso indicato dalla liturgia e dalla simbologia tradizionale delle quattro candele nella corona. Ognuna di queste quattro candele rimanda al senso della Domenica che si celebra. La prima candela è detta la Candela del profeta ed è segnata dalla parola «speranza». Le opere sono di Matthias Grünewald e Lucas Cranach il vecchio.

Cultura 01_12_2019
Matthias Grünewald, Altare di Isenheim, Particolare dell’Annunciazione,1512-16 Musee d'Unterlinden, Colmar, Francia

Ci sono realtà che, guardate con l’intelligenza della fede, si trasformano in strumenti educativi e di crescita. La corona d’Avvento non è un segno antico, nasce piuttosto dalla fusione di più tradizioni. Anzitutto quella scandinava, attorno al 1600, quando il culto per Santa Lucia era ancora vivo. Protestanti e cattolici facevano indossare alle fanciulle (e questo in alcuni luoghi avviene ancora) corone luminose per indicare la vittoria di Cristo sulle tenebre.

Verso la fine del 1800 un pastore protestante, Johann Hinrich Wichern (1808-1881), realizzò corone che prevedevano un alto numero di luci, al fine di raccogliere fondi per bambini senza tetto. L’idea incontrò il favore di molti e, con il passare del tempo, la corona si semplificò assumendo la forma liturgica delle quattro candele, come quattro sono le settimane dell’Avvento. Bisogna tuttavia attendere la fine della seconda guerra mondiale perché il significato spirituale delle varie parti della corona si stabilizzasse, diventando potente rimando alla luce di Cristo, che sconfigge le tenebre del male e della morte con la corona gloriosa dell’eternità.

Pur essendosi sviluppata in ambienti protestanti, questa bella tradizione si è rapidamente diffusa in ambito cattolico per la profonda semplicità dei suoi simboli e dei suoi significati. Ognuna di queste quattro candele rimanda al senso della Domenica che si celebra.

La prima candela è detta la Candela del profeta ed è segnata dalla parola «speranza».
La seconda è la candela di Betlemme ed è la candela della «pace»; la terza è la candela dei pastori ed è la candela della «salvezza»; infine la candela degli angeli che rimanda alla «Presenza e alla contemplazione».

In questo Avvento cercheremo di seguire i testi liturgici idealmente illuminati da ciascuno di queste candele e da una o più opere d’arte.

I profeti segnano il passo di tutto l’avvento, in particolare è Isaia il grande interprete del Natale, nella prima domenica l’annuncio profetico è davvero al centro dell’insegnamento cattolico. Nella stupenda macchina liturgica dell’Altare di Grünewlad la scena dell’Annunciazione è speculare a quella della Risurrezione: Colui che verrà nella gloria è Colui che è venuto nella carne di Maria. Un tale stupefacente mistero è cantato dal profeta Isaia che tiene aperto il suo libro al capitolo 7, laddove si legge: La vergine concepirà e partorirà un figlio e sarà chiamato Dio con noi (Is 7,14).

Similmente nella scena sottostante, la Vergine, annunciata dall’angelo e in procinto di concepire, tiene aperto il medesimo libro, giunto al compimento. Isaia è curiosamente assimilato alla cera (o al legno) ed è contornato da cortecce e rami secchi. Anche nella corona d’avvento è d’obbligo la presenza della corteccia e delle bacche secche, potente rimando alla condizione mortale della natura umana che attende, appunto, un annuncio di speranza. Per questo la “natura morta“ della corona d’avvento s’intreccia con rametti e aghi di pino o abete sempre verdi, testimonianze inequivocabili della vita che non muore.

È proprio in ambito protestante, e in special modo per il pennello sapiente di Lucas Cranach il vecchio, che troviamo varie tipologie di Madonne del Pino o dell’Abete. Una stupenda Madonna del latte, ad esempio, datata 1515, narra di una vergine pensosa e bellissima il cui figlio è attaccato al suo seno con una veridicità impressionante; la bellezza del paesaggio che le sta dietro non sembra, tuttavia, allietare i suoi pensieri. Quel Figlio, più di ogni altro, è nato per morire e ogni istante di vita lo avvicina ala croce. Sono proprio gli alberi e gli arbusti che la circondano a raccontarci i pensieri di Maria e sono gli elementi tipici delle corone d’avvento: piante sempre verdi e spinose che parlano di passione, morte e risurrezione.

La Madonna vestita in abiti invernali annuncia l’avvento di Speranza: è proprio lei in definitiva a “coronare” con il suo sì le nostre attese e a porre una parola definitiva alle angosce mortali dell’umanità regalandoci nella carne la speranza cristiana: il Cristo benedetto.