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Fuori schema
a cura di Andrea Zambrano

UN'ALTRA CHIESA PROFANATA

Avanti c'è posto

Non solo Renzi. Anche Orlando profana una chiesa in Sicilia per fini elettorali. Ma ancora una volta non bisogna scandalizzarsi dei politici, ma della faciloneria dei preti con la quale concedono le chiese per scopi sociali che nulla hanno a che vedere con il culto. 

Fuori schema 04_11_2017

Renzi era entrato in chiesa e aveva tenuto un comizio durante la Borsa del turismo. Per non sembrare di essere da meno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha fatto di più: in chiesa per il comizio ci è entrato durante la messa, dove il parroco lo ha fatto parlare assieme al candidato alle Regionali del suo movimento Fabrizio Micari. Qui ci sono tutti i dettagli della profanazione. Ai quali non serve aggiungere molto altro. Se non che ancora una volta, il problema non è tanto dei politici che abusano del loro ruolo e del luogo nel quale sono, che resta pur sempre un luogo di culto. 

Ma dei preti che con faciloneria, quando non proprio partigianeria concedono le chiese per i fini più disparati: elezioni, campagne elettorali, Borse del turismo, pranzi con i poveri. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Ovviamente anche in questo caso la motivazione doveva essere ammantata di buonismo sociale. Eh sì, perché evidentemente ad ognuno il suo perché. Questa volta la motivazione per far parlare un candidato in campagna elettorale era quella di informare i parrocchiani su un progetto che vede coinvolto il Comune per lo sviluppo quartiere.

Motivazioni civiche, per quanto lodevoli, che nulla hanno a che fare con il culto che viene così bellamente bistrattato, al pari del Padrone di casa che viene di fatto messo in un angolo. Più che scandalizzarsi con i politici, i quali sono arruffapopolo per eccellenza e vanno ovunque, bisognerebbe farsi serie domande su come i preti considerano le chiese e di conseguenze il culto e la liturgia che ivi vi si celebra.