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FPO

Austria, ancora una volta la destra vince ma non governa

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FPO, il Partito della Libertà austriaco vince le elezioni. Ma non trova alcun alleato con cui governare. Si formerà ancora una coalizione dei perdenti? Serve una riflessione sulla destra in Europa.

Esteri 01_10_2024
La festa dell'FPO in Austria (La Presse)

Le destre crescono ad ogni elezione che si tiene nei paesi europei, dopo i laender tedeschi, domenica il Partito della Libertà (FPO) austriaco ha trionfato in Austria. I benpensanti opinion makers di tutto l’occidente dovrebbero chiedersi, da dove viene il consenso di cui godono le destre e come mai i partiti tradizionali, i potentati elitari e le magistrature di diversi paesi ed i mass media liberalsocialisti attentano ai leader dei partiti sovranisti?

È questa la democrazia? Governare con tutti i perdenti contro i vincitori ed architettare ogni complotto per eliminare per via giudiziaria coloro a cui il popolo affida il proprio consenso maggioritario? Nel suo programma elettorale, intitolato "Fortezza Austriaca", il Partito della Libertà chiede la "remigrazione degli stranieri non invitati", per ottenere una nazione più "omogenea" attraverso uno stretto controllo delle frontiere e la sospensione del diritto di asilo attraverso una legge di emergenza, ma anche la fine delle sanzioni contro la Russia, è molto critico nei confronti degli aiuti militari occidentali all'Ucraina e chiede invece una forte iniziativa diplomatica per arrivare alla pace, oltre a criticare le "élite" di Bruxelles.

Ci trovate sentimenti nazisti? Da ieri i sovranisti austriaci, stanno lavorando per cercare partners con cui possano formare un governo di coalizione anche se i partiti dell’establishment austriaco, hanno sinora respinto le proposte dell’FPO , seppur il partito abbia vinto con il 28.1% dei voti con 56 deputati (+19), il Partito popolare (OVP) del cancelliere uscente Karl Nehammer fermo al 23.1% e 52 deputati (-25), i Socialisti al 22.4% e 41 deputati (+5), i liberalglobalisti di Neos ottengono 8,9% e 18 deputati (+3), i Verdi si fermano all’8,3% e 16 deputati (-10).

I media austriaci hanno calcolato: la destra e, in misura minore i Popolari, hanno ottenuto risultati particolarmente buoni nelle aree rurali e nelle città più piccole, mentre i socialdemocratici hanno ottenuto buoni risultati nella maggior parte delle grandi città. Il Presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen, ex leader dei Verdi che sovrintende alla formazione dei governi, ha esortato tutte le parti a tenere colloqui e ha suggerito che il processo di formazione del nuovo esecutivo potrebbe essere lungo. Basterebbe ricordare che per formare il forte governo guidato dalla giovane stella dei popolari e cristiani austriaci Sebastian Kurz con le destre guidate da Heinz-Christian Strache, si impiegarono diversi mesi.

La vittoria di Kickl ha ricevuto apprezzamenti dai partiti europei  della destra patriottica, dai Paesi Bassi di Gert Wilders, alla Francia di Marine Le Pen, alla Ungheria di Viktor Orban, alla Italia di Matteo Salvini, alla Germania della prossima candidata alla cancelleria federale per il partito AfD, Alice Weidel. Sinora solo tre di questi leader sono al governo o in coalizioni di governo nel loro paese, la Lega in Italia e il Partito della Libertà in Olanda in coalizioni di centro destra, il prossimo potrebbe essere Vlaams Belang in Belgio, mentre Orban è saldamente alla guida del governo ungherese.  L’Europa, non solo politica dovrebbe trarre alcuni semplici insegnamenti dalle elezioni succedutisi in questi mesi. Primo, le destre sono diverse: le destre patriottiche e per lo più cristiane e quelle identitarie e nazionaliste, con venature talvolta xenofobe e paganeggianti, sono sempre cresciute a dismisura e spesso umiliato i partiti tradizionali, soprattutto socialisti, liberali e ambientalisti, ma sono diverse.

A partire da queste differenze, il PPE ed i partiti tradizionali, dovrebbero incunearsi per attrarre saldamente i patriottici nelle coalizioni di governo e vincolarli a condividere soluzioni ai problemi più urgenti, in primis: la folle promozione delle lobbies transatlantiche del multiculturalismo ed i conseguenti pericoli per la sicurezza, cultura, identità nazionali e radici giudaico cristiane continentali.

Secondo, meglio dismettere subito con le tentazioni dell’uso politico della magistratura e dei procedimenti orientati contro i leader dei partiti patriottici. Ancora ieri, tutta la stampa occidentale si occupava della sciatta accusa contro Marine Le Pen e della minaccia di eliminarla dalla politica attiva, nelle scorse settimane invece del procedimento a carico di Matteo Salvini per aver, di concerto con l’allora governo dei “Cinque Stelle”, frenato l’invasione illegale di migranti in Italia.  

Terzo, la Chiesa cattolica, a partire da quella tedesca, dovrebbe darsi una regolata, almeno sul piano della coerenza. Nei giorni scorsi ha fatto trapelare un vero e proprio editto con i «criteri concreti su come sanzionare le posizioni nazionaliste ed estremiste tra i dipendenti della Chiesa» che giustifichino il licenziamento verso i dipendenti di enti ed istituzioni religiose che si impegnassero nel partito «estremista» dell’ AfD.

La Conferenza dei Vescovi tedeschi chiede di licenziare coloro che difendessero l’identità nazionale e si opponessero al multiculturalismo e immigrazionismo islamico, ma non ha fatto né nulla farà nei confronti di responsabili di diverse istituzioni, dipendenti di enti religiosi e Vescovi stessi che abbracciano la pericolosa ideologia del gender, celebrano matrimoni e pratiche omosessuali e chiedono la liberalizzazione dell’aborto, tutte chiare e consolidate violazioni del Catechismo Cattolico e del Magistero sociale.