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Francia

Attacchi anticristiani, un'altra Notre Dame a fuoco a Parigi

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La chiesa parigina quasi omonima della cattedrale ha rischiato la stessa sorte. Incendi e vandalismo in tutta la Francia contro i luoghi di culto cattolici. E non è "autocombustione" ma disprezzo per l'identità cristiana.

Esteri 29_07_2025

Due incendi dolosi in meno di ventiquattro ore in una chiesa. Succede ancora in Francia, quando la scorsa settimana, la chiesa di Notre-Dame-des-Champs al 91 di Boulevard du Montparnasse nel VI arrondissement di Parigi, è stata vittima di  un incendio doloso
È stato dato fuoco alla statua di san Giuseppe, nella cappella a lui dedicata. I danni sono importanti, anche se il parroco ha prontamente dato l’allarme e l’incendio è stato domato in tempo, prima che l’intera chiesa finisse in cenere. Ad essere presa di mira è stata proprio la cappella del santo recentemente restaurata. 

Solo il giorno prima, stessa chiesa, intorno alle 10 del mattino, aveva preso fuoco l’organo. Le fiamme alte cinque metri, secondo il racconto dei vigili del fuoco, si stavano mangiando tutto. Oltre mezz’ora per domare l’incendio che ha danneggiato almeno sei dipinti sacri del celebre Joseph Aubert. E come accadde nell’incendio della Notre-Dame più famosa — quando la statua della Vergine col Bambino restò miracolosamente intatta — anche nella chiesa di Notre-Dame-des-Champs si è assistito a un prodigio simile. Il dipinto della Vergine Maria, appeso proprio sul pilastro dove era installato l’organo, è stato ritrovato illeso: non solo risparmiato dalle fiamme, ma neppure sfiorato dalla cenere che ha annerito l’intero edificio. Anzi, con la sua cornice dorata, spicca subito allo sguardo per la sua sorprendente lucentezza.

Notre-Dame-des-Champs non è una chiesetta dimenticata della periferia degradata di Parigi. È un’enorme chiesa di oltre 1200 metri quadrati, che s’impone, con un grande portale, un rosone e un campanile (le cui strutture sono state realizzate da Gustave Eiffel) visibili a grande distanza, affacciandosi sul Boulevard du Montparnasse, una delle vie più trafficate della capitale tra caffè storici, gallerie d’arte, boutique di lusso e giardini pubblici.

Eppure nessuno ha visto nessuno, in pieno giorno, provare per ben due volte consecutive a distruggere una chiesa.
A breve sarà aperta una raccolta fondi per consentire al pubblico di finanziare futuri restauri.  Nel frattempo, la chiesa resterà chiusa a tempo indeterminato e le messe verranno celebrate nella cripta di Notre-Dame-des-Champs. Profezia?

Siamo al cospetto dell’ennesimo caso da registrare nel bollettino dell’anomala epidemia che ha contagiato le chiese cattoliche di Francia: l’autocombustione. E, come sempre, mai un colpevole, mai una condanna, se non in rarissimi casi. Solo fuoco, fiamme, cenere e danni da raccontare.
Da quando il 15 aprile 2019 verso le 18:00 la radio trasmetteva ininterrottamente la notizia che «la cattedrale di Notre-Dame a Parigi è in fiamme» si è perso il conto delle chiese incendiate. Solo nei primi sei mesi di quell’anno, ricordiamo gli incendi dolosi che hanno coinvolto il portale storico di Saint‑Sulpice, la cappella della cattedrale Saint‑Alaine e la chiesa di Saint‑Jacquescompletamente distrutta.

È una lunga litania che si ripete di anno in anno. Incendi, furti, danni, profanazioni. Nel 2024, sono stati registrati quasi 50 tentativi di attentato e incendi dolosi contro luoghi di culto cattolici. Un aumento del 30% rispetto al 2023. Ottocentocinquataquattro gli atti anticristiani registrati in Francia nel 2023, di cui  il 90% sono stati attentati a cimiteri e chiese, secondo Place Beauvau; 923 incidenti erano stati registrati nel 2022, rispetto agli 857 del 2021. Una media di almeno due al giorno.

Va notato che i dati relativi agli atti vandalici sono indubbiamente sottostimati, poiché un numero significativo di sacerdoti si rifiuta di sporgere denuncia. Anche se la situazione sta cambiando, poiché il Ministero dell’Interno li sta incoraggiando vivamente a farlo. 
I sacerdoti di Francia si domandano come potranno proteggere i 45.000 edifici cattolici del Paese, quando ci sono sempre meno volontari in grado di garantire una presenza fisica, ormai sempre più necessaria. 

Nella rassegna dei fatti più eclatanti, ricordiamo che lo scorso luglio a Parigi, è stata Notre-Dame-du-Travail, nel XIV arrondissement, ad essere vandalizzata, con il suo organo distrutto, una statua della Vergine Maria accoltellata e molteplici altri segni di rara violenza. A settembre scorso, a Nizza, un ragazzo munito di coltello e pietra, ha fatto irruzione nella cripta della chiesa del Sacro Cuore, dove i fedeli stavano pregando, e dopo aver distrutto la statua della Vergine Maria, ha provato ad aggredire due parrocchiani. Aveva fatto la stessa cosa, lo stesso giorno, in un’altra chiesa di Nizza.  

La chiesa di Saint-Omer, a Pas-de-Calais, è stata completamente divorata da un incendio doloso lo scorso settembre. Cinque milioni per restaurarla, nel 2018, ed oggi le è rimasto solo l’enorme colonnato neogotico. Questo caso merita attenzione perché rappresenta una delle rare situazioni in cui è stato individuato un colpevole: un recidivo già responsabile di altri otto incendi ai danni di chiese cattoliche.

Nel solo marzo 2023 una statua è stata decapitata nella chiesa di Saint-François-Xavier, nel VII arrondissement di Parigi; un altare profanato a Saint-Eustache, nel centro della capitale; una statua di Santa Rita distrutta a Saint-Nicolas-des-Champs, nel III arrondissement. «Sono circa quindici chiese da gennaio!», dichiarò Karen Taïeb, assessore del patrimonio di Parigi. 
Nel 2022, nella diocesi Saint-Denis, nella chiesa di Saint-Pierre a Bondy, il tabernacolo è stato profanato e trafugato: rubato il Corpo di Cristo e anche i vasi sacri dalla sagrestia. Stessa identica storia a Saint-Germain-l’Auxerrois de Romainville. 

Oltre gli incendi, un’altra tendenza preoccupante è infatti l’aumento dei furti nelle chiese. Con 288 casi registrati nel 2024, rispetto ai 270 dell’anno precedente, e un aumento del 7%, in media, ogni settimana vengono commessi cinque furti nelle chiese. Le regioni più colpite sono Nuova Aquitania, Île-de-France, Grand Est, Alvernia-Rodano-Alpi e Occitania. 

Sebbene questi atti anticristiani prendano di mira principalmente i beni materiali, anche i fedeli non vengono risparmiati. Diverse Messe sono state interrotte lo scorso anno, in particolare a Natale. A Bordeaux, due individui ubriachi hanno interrotto la Messa di Natale. A Saint-Germain-en-Laye (Yvelines), un individuo ha gridato «Allah Akbar» durante la Messa, prima di salire sull’altare e mostrare il sedere nudo al sacerdote. 

Intanto, lo scorso anno, un attentato islamico è stato sventato in tempo dagli agenti del controspionaggio francese:  l’uomo, affiliato dell’Isis, aveva nel mirino una chiesa cattolica. Che si tratti di chiese, cimiteri, statue le profanazioni non possono più essere ignorate o liquidate come “reati comuni”. In Francia ormai regna evidentemente un disprezzo per la cattolicità figlio della crisi identitaria del Paese. Quando qualcuno incendia deliberatamente un patrimonio religioso, c’è sempre un messaggio politico dietro, e merita quindi una considerazione speciale.



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