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Africa

Attaccata una chiesa nel Sudan del Sud

Uomini armati hanno ucciso un giovane nella parrocchia di Santa Maria Aiuto dei Cristiani della diocesi di Tombura

 

 

L’8 maggio, nel Sudan del Sud, Paul Tamania, un giovane coordinatore dell’Organizzazione cattolica per lo sviluppo e la pace della diocesi di Tombura-Yambio, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre si trovava nella sua parrocchia di Santa Maria Aiuto dei Cristiani, la stessa in cui il 10 dicembre 2024 era stato ucciso James Undo, il direttore del coro parrocchiale. La parrocchia da tre anni ha creato un campo profughi che accoglie migliaia di sfollati in fuga dalle violenze che continuano a sconvolgere il paese, dopo lo scoppio della guerra civile nel 2013, e che nelle ultime settimane si sono intensificate in seguito all’accentuarsi delle tensioni ai vertici del governo tra i leader delle due etnie maggioritarie, i Dinka e i Nuer. “Questi continui attacchi a vittime innocenti sono assolutamente inaccettabili, profondamente immorali e devono cessare immediatamente – ha commentato con un comunicato monsignor Barani Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio – la Chiesa non è un campo di battaglia, è un luogo sacro, un rifugio dove le persone vengono a trovare la pace di Dio, non la crudeltà dell’uomo. Che un tale santuario venga violato è un peccato grave e una ferita alla nostra umanità collettiva”. All’indirizzo dei responsabili dell’omicidio ha aggiunto: “non state servendo il vostro popolo o la vostra causa. State distruggendo i vostri fratelli. Scegliete la pace, deponete le armi”. Monsignor Hiiboro Kussala ha poi rivolto un appello alle autorità: “assicurate i colpevoli alla giustizia – ha detto – ripristinate la pace e la sicurezza in questa regione. Salvate il vostro popolo. È vostro solenne dovere proteggere la vita e la dignità di tutti i cittadini”. A dicembre gli uomini armati che avevano fatto irruzione nella parrocchia avevano aperto il fuoco sparando a raffica. Anche una donna era stata ferita. Già allora monsignor Hiiboro Kussala aveva sollecitato l’intervento delle forze dell’ordine, lamentando l’abbandono in cui versano gli abitanti della contea di Tombura. Anche il cardinale Gabriel Zubeir Wako era intervenuto esprimendo preoccupazione e dolore, rievocando gli anni in cui, prima dell’indipendenza dal Sudan ottenuta nel 2011, i cristiani venivano perseguitati dal governo sudanese controllato dalla leadership arabo-islamica. “Allora – aveva ricordato – la gente aveva paura di dire di essere cristiana, aveva paura di indossare la croce e di andare a messa la domenica. Quel periodo non deve tornare”.