Assopimento dell’io e divertissement: la filosofia della distrazione
Oggi ci viene detto come divertirci, come pensare positivo, come occupare il nostro tempo libero, ma questa frenesia nasconde un vuoto e non risponde alla domanda essenziale della nostra vita.
In un mondo che corre senza tregua, dove ogni istante è riempito da consumi, pubblicità e programmi di svago preconfezionati, la felicità sembra ridursi a un copione imposto dall’esterno. Ci viene detto come divertirci, come pensare positivo, come occupare il nostro tempo libero, ma dietro questa frenesia si nasconde un vuoto che fa paura: l’horror vacui, il timore del silenzio e della solitudine. La società contemporanea ha trasformato la ricerca della felicità in un ingranaggio di distrazioni e bisogni indotti.
È qui che filosofi e poeti ci vengono in aiuto: Leopardi parla di assopimento dell’io, Pascal di divertissement, mentre già Lucrezio e Dante avevano descritto la fuga dall’interiorità e dalla consapevolezza. La domanda finale resta aperta: stiamo davvero vivendo, o ci stiamo solo addormentando dentro un sogno imposto?
La moralità della memoria e la trappola dei ricordi
La memoria è sorgente della possibilità di agire per un bene. Non si deve cadere però nella trappola di vivere nei ricordi del passato. Esempi dalla letteratura.

