Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
PROPAGANDA DI GOVERNO

Assegno Unico, senza detrazioni flop annunciato

Il ministro della famiglia Bonetti va in tv a dire che con l'Assegno Unico nessuno ci perderà: ma mostra simulazioni incomplete a differenza dei dati dei centri studi che evidenziano perdite anche di 100 euro al mese a causa dell'abolizione delle detrazioni. L'allarme delle Famgilie numerose, che chiedono un correttivo come il Fattore famiglia. Il flop si ritrova anche nei dati della Uil. Eppure, il governo continua a parlare di rivoluzione. 

Famiglia 12_11_2021

Non basterà al ministro per la Famiglia Elena Bonetti andare a Porta a Porta per rendere la riforma sull’assegno unico una cosa buona per le famiglie. L’altra sera, da Vespa, la Bonetti ha trovato un solo contraddittorio in Costanza Miriano, che le ha ricordato anzitutto che una donna oggi non è pienamente libera di rimanere a casa a crescere i figli e che per le famiglie numerose come la sua (la giornalista di Rai Vaticano e il marito hanno 4 figli) se andrà bene non cambierà nulla con la riforma che entrerà in vigore in marzo dopo essere slittata ancora una volta.

Il fatto è che molte famiglie andranno a perderci e non solo quelle numerose, ma anche quelle monoreddito con solo due figli. Più altre tipologie di famiglie, che diversi centri studi si stanno incaricando di individuare con proiezioni e simulazioni sempre più precise. In ogni caso, pochissimi fortunati andranno a guadagnarci, cioè andranno a prendere più di quanto lo Stato gli dava prima mentre nessuno di questi, però, a fronte di eventuali briciole in più ricevute, potrà dire che il nuovo assegno invertirà il drammatico saldo negativo del rapporto di sostituzione genitori/figli.

Anzitutto perché l’Assegno nasce come una provvidenza di tipo assistenzialistico e non è invece un elemento strutturale di crescita economica famigliare: segno di uno Stato che continua a considerare la famiglia con figli un qualcosa da aiutare elargendo e non un qualcuno su cui puntare costruendo.

Ma anche perché in Italia manca una politica fiscale che metta davvero al centro la famiglia. Infatti, oltre all’assegno c’è l’altra faccia della medaglia rappresentata dalla revisione degli scaglioni Irpef della mini-riforma annunciata dal Governo, che sarà vanificata dall’eliminazione delle detrazioni per carichi famigliari che  d’ora in avanti rientreranno dentro l’Assegno. Solo che per molti, moltissimi ma non sappiamo quanti perché una simulazione ufficiale il Ministero non l’ha mai resa nota, i soldi tolti delle detrazioni saranno superiori a quelli rimessi dall’altra parte con l’Assegno Unico.

Il ministro nello studio di Porta a Porta ha snocciolato dei numeri relativi ai «percettori di reddito» (li chiamati così, eppure si chiamano genitori, padre e madre, dato che l’assegno nasce in virtù dei figli avuti) mostrando di quanto dovrebbe aumentare l’assegno secondo le varie fasce di reddito Isee, meccanismo quest’ultimo oggi ingiusto, ma di questo ancora non si parla. Ma le meraviglie illustrate mancavano di un dettaglio fondamentale: tolte le detrazioni e tutti gli altri bonus, a quanto ammonterà la differenza – in più o in meno – che graverà sulle famiglie italiane?

L’informazione non è stata resa nota, così come non sono mai state mostrate le simulazioni in possesso del Ministero dell’Economia che la Bonetti dice essere meravigliose, ma alle quali tutti devono credere sulla fiducia. Si è limitata a dire che le proiezioni che girano sui giornali non sono veritiere. Di quella dell’associazione Famiglie Numerose abbiamo parlato.

Ma la Bonetti si è riferita alla simulazione fatta dall’Ufficio Studi Uila-Uil che ha simulato 4 situazioni che calcola le novità sulla base delle erogazioni attuali dell'Assegno temporaneo proiettate sul nuovo sistema. Ebbene: in tutte e quattro le casistiche esaminate, il saldo è sempre negativo: meno 134 euro di differenza tra Assegno unico e Assegni famigliari + detrazioni per il bracciante agricolo monoreddito con due figli minori con Isee fino a 2500 euro; Meno 54 euro al mese per l’operaio con 6500 di Isee; Meno 41 euro per l’impiegato con due figli entro i 15mila e addirittura meno 106 per l’impiegato con reddito superiore a 50mila euro, due figli e valore Isee di 15.514 euro.

Per tutti questi casi a pesare è l’assenza delle detrazioni che incide di parecchio, anche di 100 euro in alcuni casi. La situazione potrebbe cambiare se il ministro mostrasse delle simulazioni ufficiali dalle quali si vede che – come sostiene lei – tutte le tipologie famigliari andranno non solo a non perderci, ma anche a guadagnarci. In caso contrario, resta valido l’allarme lanciato dall’Associazione Famiglie numerose che proprio ieri ha diffuso ai suoi associati uno studio che integra le novità dell’Assegno e la riforma fiscale.

«Scontenti tutti: azienda, ente e lavoratore» dicono dall’ANFN che nota come il sistema fiscale italiano sia programmato per tenere bassi i profili di reddito, mentre una famiglia numerosa, per poter sopravvivere – ridabiamo: so-prav-vi-ve-re -, deve avere un profilo di reddito elevato. Invece, fanno notare «vista la soppressione delle detrazioni Irpef e stante la riforma viene meno quel minimo rapporto di equità fiscale in relazione alla composizione del nucleo famigliare rappresentato dalle detrazioni. E con riferimento all’articolo 53 della Costituzione si allontana del tutto il riferimento alla capacità contributiva». Insomma: busta paga più magra, revisione Irpef permettendo, ma comunque non determinante per le famiglie con i figli.

L’unica soluzione è quella di introdurre un correttivo che adegui la tassazione in relazione alla composizione famigliare. Un fattore famiglia, ovvero una no tax area rapportata ai costi di accrescimento dei figli dalla loro nascita fino al compimento del percorso di studi, dato che – ed è stato un altro aspetto toccato l’altra sera a Porta a Porta dalla Miriano – l’Assegno unico si ferma a 21 anni, quando il giovane è ancora in casa, il più delle volte studente.

Eliminando le detrazioni, ma non introducendo un fattore famiglia il sistema fiscale «viene a posizionarsi esclusivamente su base individuale, quindi iniquo e incostituzionale», concludono.

L’assegno Unico non fa altro che restituire qualcosa, ma neanche tutto. Servirebbero più soldi, che non sono previsti, i 6 miliardi tanto decantati dal Governo serviranno per coprire la platea delle partite iva che finalmente da quest’anno percepiranno l’assegno; ma servirebbe anche una riscrittura del meccanismo dell’Isee e soprattutto una armonicità tra la perdita delle detrazioni e un fattore famiglia perequativo. Utopie, per ora.