Assassinati altri cristiani: "Colpita l'intera nazione"
Il 25 febbraio un gruppo di uomini ha assassinato un giovane cristiano sposato con 2 figli. La sera dell’8 marzo un medico, la moglie e la suocera sono stati uccisi. Diverse personalità religiose e laiche hanno espresso solidarietà alla comunità cristiana. Il presidente del parlamento ha detto che “prendere di mira i cristiani significa colpire l’unità nazionale”.
Iraq. Il 12 marzo scorso il patriarcato caldeo ha indetto una giornata di preghiera in tutte le chiese di Baghdad, invitando la popolazione della capitale irachena a indossare una fascia nera sul petto in segno di lutto per i cristiani uccisi nei giorni precedenti.
Il 25 febbraio di prima mattina un gruppo di uomini armati ha assassinato a sangue freddo, mentre si stava recando al lavoro, Samer Jajjo, un giovane cristiano sposato e padre di due figli (nella foto).
La sera dell’8 marzo un medico, sua moglie e sua suocera sono stati uccisi a colpi di pugnale e coltello da alcuni uomini penetrati in casa forse a scopo di rapina. In memoria delle vittime è stata celebrata una messa nella chiesa di san Giuseppe a Baghdad. Inoltre il patriarca caldeo mar Louis Raphael Sako, accompagnato dal vicario patriarcale, monsignor Shlemon Warduni, e da alcuni sacerdoti, si è recato nella casa della famiglia uccisa dove ha deposto una candela e ha guidato la preghiera funebre. Alla cerimonia – informa l’agenzia di stampa AsiaNews – hanno partecipato anche dei funzionari ministeriali della sicurezza e forze di polizia. Diverse personalità religiose e laiche, sunnite e sciite, hanno espresso solidarietà e vicinanza alla comunità cristiana.
Il presidente del parlamento, Salim Jubouri, ha deplorato le aggressioni dicendo che “prendere di mira i cristiani significa colpire l’unità nazionale”, una minaccia che “deve essere affrontatata in tutti i modi e con tutti i mezzi” per evitare che l’Iraq si svuoti “delle sue componenti originarie”.