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Asia Bibi

Asia Bibi attende in una località segreta di lasciare il Pakistan confortata dalla solidarietà internazionale

 

Asia Bibi si trova tuttora in Pakistan in un luogo segreto. Offesi dalla sua assoluzione, gli integralisti la minacciano di morte e accusano il governo di essere servo dell’Occidente

 

Asia Bibi continua a vivere in luogo segreto del Pakistan, protetta dal governo. Con lei c’è il marito, ma ancora non ha potuto abbracciare due figlie, Esha ed Eisham, con le quali comunica solo per telefono. A parlare di lei con la fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre nei giorni scorsi è stato Joseph Nadeem, l’uomo che nei lunghi anni della detenzione si è occupato della famiglia di Asia. Ha spiegato che Asia e i suoi famigliari sono al corrente dell’interesse che il mondo nutre per la loro sorte e ne sono consolati. “L’attenzione e la solidarietà internazionali ci confortano – ha detto – Eisham si è commossa quando ha visto il suo videomessaggio proiettato a Venezia illuminata di rosso. Tutti noi, Asia inclusa, siamo grati a quanti levano la loro voce per denunciare la nostra situazione.Aspettiamo di poter lasciare presto il Pakistan per vivere in un luogo sicuro e speriamo che le nostre due famiglie possano trascorrere questo Natale a Roma”. Di Asia Bibi descrive la fede e la forza straordinarie: “È una donna incredibile! Ha conservato una fede incrollabile ed una fiducia infinita nel Signore. Sembrerà strano, ma è lei a sostenerci in questi momenti difficili. Ci invita a non scoraggiarci e dice che rispetto a quanto lei ha passato finora, questo è solo un breve momento che passerà”. Ma gli integralisti non si arrendono, la vogliono morta, attaccano il governo. Il 25 novembre, parlando a un incontro pubblico, Maulana Fazlur Rehman, presidente dell’alleanza dei partiti religiosi pakistani Mutahidda Majlis-i-Amal, ha ripetuto che l’assoluzione di Asia Bibi indica che il paese non è ancora libero perché la decisione è stata presa per compiacere i paesi occidentali. Ha aggiunto che gli attuali governanti del paese sono al servizio degli Stati Uniti e dell’Europa invece che del popolo pakistano: “ma a ogni costo noi non permetteremo – ha detto – che facciano del Pakistan una colonia americana”. Infine ha condannato l’arresto dei militanti del Tehreek-i-Labbaik Pakistan eseguito il 24 novembre.