Arrestato in Pakistan un religioso musulmano che celebrava matrimoni di minori cristiane
L’uomo è accusato di complicità in conversioni e matrimoni forzati di ragazze cristiane minorenni in violazione della legge che fissa l’età minima per sposarsi a 18 anni
Dopo la notizia il 10 novembre che Arzoo Raja, la ragazzina cristiana di 14 anni costretta a convertirsi e sposata a forza da un musulmano, è al sicuro in una casa rifugio per donne (Il matrimonio di Arzoo Raja non è valido, 10-11-2020, Blog Cristiani perseguitati), dal Pakistan arriva un’altra notizia incoraggiante. Un religioso musulmano, Qazi Mufti Ahmed Jaan Raheemi, è stato arrestato senza possibilità di cauzione con l’accusa di aver celebrato il matrimonio di Neha Pervaiz, una ragazza cristiana minorenne, rapita nell’aprile del 2019 come Arzoo da un musulmano, costretta a convertirsi all’Islam e a sposarlo. Neha era riuscita a fuggire dopo essere stata tenuta prigioniera per una settimana. La sua famiglia ha denunciato il rapitore, un uomo di 45 anni, il religioso e altre quattro persone che hanno partecipato al sequestro. Il giudice che ha firmato l’ordinanza dell’arresto ha specificato che il matrimonio di chi ha meno di 18 anni è sempre vietato, con l’aggravante che quello di Neha è stato celebrato senza il suo consenso, “sotto pressione, coercizione e influenza in palese violazione della legge che proibisce i matrimoni di minori”. Sabir Michael, leader cristiano impegnato nella difesa dei diritti umani e dei diritti delle minoranze, ha spiegato all’agenzia di stampa Fides: “questo religioso islamico è coinvolto nel recente caso di Arzoo Raja, ma anche di numerose altre conversioni forzate e di matrimoni di ragazze minorenni rapite. Accogliamo con favore la decisione del Tribunale di Karachi di arrestarlo per coinvolgimento nella conversione forzata e nella celebrazione religiosa di matrimoni illegali, con ragazze minorenni appartenenti alle minoranze religiose del Pakistan. Al fine di frenare le conversioni forzate e i matrimoni illegali delle spose bambine, attendiamo la severa punizione di tutte le persone coinvolte in questi casi. Auspichiamo che la giustizia possa fare il suo corso. Personaggi come Qazi Mufti Ahmed Jaan Raheemi danneggiano la convivenza interreligiosa in Pakistan”.