Arrestati in Cina 17 contrabbandieri di pangolini
Sono accusati di aver importato dalla Nigeria scaglie di pangolino per oltre 28 milioni di dollari. Uccisi per le scaglie, la carne e i feti, i pangolini rischiano l’estinzione
Per quanto riguarda le emergenze ambientali, e in particolare le minacce alla biodiversità, il 2021 inizia con una buona notizia. In Cina sono state arrestate 17 persone che dovranno rispondere dell’accusa di contrabbando di scaglie di pangolini. La loro organizzazione ha contrabbandato scaglie dalla Nigeria alla Cina fingendo che fossero pezzetti di zenzero essiccato per un valore di oltre 28 milioni di dollari. I pangolini sono i mammiferi più cacciati e contrabbandati al mondo. Di loro sono molto richiesti, oltre alle scaglie, la carne, i feti e il sangue. In Cina e in altri stati asiatici carne e feti sono considerati delle prelibatezze, servite nei migliori ristoranti. Le scaglie si crede che, opportunamente trattate, servano a curare l’artrite, il cancro, i disturbi del sistema circolatorio, le infiammazioni e altre malattie ancora, oltre all’impotenza maschile. Si ritiene che i bracconieri uccidano circa 2,7 milioni di bestiole all’anno. Da tempo i trafficanti si sono rivolti ai bracconieri africani perché le quattro specie di pangolini asiatici si sono quasi estinte a forza di essere cacciate. I pangolini africani sono presenti in 31 paesi e in tutti ormai sono cacciati di frodo. Vengono spediti in Asia vivi, a pezzi, scuoiati, freschi o congelati, presentando documenti falsi. A volte vengono spacciati per pesci o, nel caso delle scaglie, anche per biscotti per cani. Una delle ipotesi sull’origine dell’epidemia di Covid-19 è che il virus sia stato trasmesso all’uomo a causa dell’uso alimentare e farmaceutico di prodotti ricavati da animali selvatici, tra i quali i pangolini. Per questo nel 2019 le autorità cinesi si sono impegnate a proibire il commercio di animali selvatici, ma con esiti per ora insoddisfacenti.