Arenata in parlamento la legge contro i matrimoni infantili
L’opposizione di alcuni parlamentari e ministri impedisce l’approvazione dell’emendamento alla legge sul matrimonio, proposto per combattere i matrimoni precoci e forzati
In Pakistan, dopo essere stato approvato il 4 maggio dal Senato (vedi Svipop, 8 maggio 2019), l’emendamento alla legge sull’età legale per il matrimonio che prevede l’innalzamento dell’età per le ragazze a 18 anni è fermo in attesa di ratifica all’Assemblea nazionale. Come già al Senato, a contestarlo sono alcuni parlamentari e ministri secondo i quali la norma emendata andrebbe contro la legge islamica. La legge attualmente in vigore pone l’età legale per il matrimonio a 16 anni per le donne e a 18 per gli uomini. Ma viene a sua volta violata spesso. Il 3% delle ragazze pakistane si sposa prima di compiere 15 anni. Il Pakistan è sesto al mondo per numero di spose bambine. L’emendamento proposto introduce inoltre pene più severe e sanzioni pecuniarie per chi rapisce e converte a forza all’Islam minori appartenenti a minoranze religiose costringendole poi a sposare uomini musulmani. L’organizzazione Human Rights Focus Pakistan ha lanciato un appello alle autorità del paese affinché l’emendamento venga approvato quanto prima. Il presidente dell’organizzazione, Naveed Walter ha spiegato all’agenzia AsiaNews che il Pakistan ha promesso di eliminare i matrimoni precoci entro il 2030 per realizzare il quinto obiettivo di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che si propone di abolire tutte le pratiche nocive per i minori come appunto i matrimoni forzati e infantili. “Ogni 20 minuti – ha aggiunto Naveed Walter – muore una donna per complicazioni legate alla maternità. Ogni anno più di mille ragazze vengono rapite e costrette a convertirsi con la forza. Dobbiamo dare una possibilità a tutte le ragazze pachistane di fare carriera senza l’ostacolo dei loro guardiani, essere autrici del cambiamento nella società per un Pakistan davvero democratico, tollerante e prospero. Non bisogna rovinare la vita e il futuro delle nuove generazioni”.