"Andate" e combattete contro la Co2
Preti progressisti, sia cattolici che protestanti, organizzano un "pellegrinaggio" a Parigi che pellegrinaggio non è. La loro preghiera non è rivolta a Dio, infatti, ma ai "potenti della terra", i capi di Stato e di governo riuniti per discutere le politiche sui cambiamenti climatici. Gli altri problemi, inclusa la persecuzione, sono "secondari"?
Forte, trendy, (rock, direbbe Celentano) la Conferenza episcopale tedesca. Promuove un pellegrinaggio ecumenico insieme ai protestanti da Flensburg a Parigi: 1470 km. Dal 13 al 27 settembre. Voi penserete: per implorare dal Cielo la salvezza delle migliaia cristiani perseguitati, massacrati, torturati, crocifissi, stuprati etc. in massima parte in nome del jihad? Non esattamente.
Infatti, il pellegrinaggio non è un vero e pellegrinaggio (quantunque sia stato chiamato così) bensì una marcia sensibilizzatrice. E l’implorazione non è rivolta al Cielo bensì ai Grandi della Terra. Perché i pellegrini di «Andate» (questo il nome dell’iniziativa, che non credo voglia richiamare l’evangelico «Euntes docete», perché qui non si tratta di insegnare –ci mancherebbe!- niente a nessuno) vanno proprio a Parigi? Perché è lì che in dicembre si svolgerà la COP21, la conferenza internazionale dell’Onu su… Indovinate? Ma sì, avete indovinato: i cambiamenti climatici! Qual è il problema che affligge i cristiani tedeschi fino al punto di spingerli per le vie del mondo? Ma è ovvio: la salvaguardia del Creato. Si tratta infatti di «invitare i leader mondiali a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio, aiutando i più poveri e affrontando concretamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile». Ora, uno direbbe: vabbe’, si sa che la Chiesa tedesca è per il progresso. Quel che colpisce, tuttavia, sono i protestanti. Tra le superstizioni papiste che fin dal 1517 hanno buttato alle ortiche ci sono proprio i pellegrinaggi. Ma, signori miei, il clima è cosa ben più seria di Lourdes o della Mecca. Per il clima questo ed altro, ci mancherebbe.
Tanto è sentito il pericolo, che pure i protestanti svedesi si sono messi in moto, e con un titolo che più esplicito non si può: «Fino a dove sei disposto ad arrivare in nome del clima?». Altro che tedeschi. Guidati dalla pastora Emma Thoren gli svedesi hanno preceduto tutti e sono addirittura già partiti. E’ da metà luglio che hanno lasciato Uppsala. Sosta per la notte, una tappa al giorno, la preghiera apre e chiude la giornata. «A flagello anidridis carbonicae libera nos, Domine»? Ma no, i protestanti e i progressisti cattolici aborrono il latino. L’iniziativa del «pellegrinaggio», leggiamo su Zenit.org, è stata lanciata dal Centro ecumenico svizzero di Bossey, rientra nella campagna globale «Agisci ora per la giustizia climatica» ed è curata dal Consiglio ecumenico delle Chiese nonché dalla Federazione mondiale luterana. In effetti, non si può negare che il momento planetario sia grave, tant’è che alle ondate migratorie che stanno travolgendo l’Europa si sono aggiunte quelle costituite da «disperati» in fuga sui gommoni dal riscaldamento globale (non scherzo) che ha ormai reso invivibili i loro un tempo ubertosi deserti di provenienza. Solo un cieco ormai non vede che la catastrofe planetaria prossima ventura numero uno è provocata dalle emissioni «antropiche» di anidride carbonica. Numero uno? Che dico, la sola. Infatti, com’è universalmente noto, risolto questo problema tutto va a posto: Isis, crisi ucraina, guerra civile siriana, disastro economico greco, tsunami, terremoti, siccità, inondazioni, ebola, omicidi agostani, anticiclone africano, incendi estivi, austerity e tasse. Diavolo di una CO2, meno male che ce ne siamo accorti in tempo.
Eh, cari i miei scettici, se perfino Obama lancia l’allarme qualcosa di vero deve pur esserci. I più solerti ad avvisarci, in verità, sono stati i rossi, cui va il merito di essere stati i primi a diventare verdi. Buoni ultimi, come al solito, arrivano i preti (protestanti e cattolici di sinistra, il che è la stessa cosa), non sia mai che perdano il treno del «progresso» (non per niente si autodenominano progressisti). E così, tutti insieme appassionatamente, ecco ogni energia intellettuale del mondo «avanzato» convergere sulla «salvezza» del pianeta e sulla promozione dell’omosessualità. Di fronte a questo spettacolo, vien quasi da dar ragione all’islam…