Andare in chiesa? Ora si può (almeno sembra)
«L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro». Il sito della presidenza del Consiglio corregge il ministero dell'Interno. Resta il problema dell'autocertificazione: se non viene scritto sul modulo resta il rischio multe.
«L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione». Nell’ennesima sequenza di ordine e contrordine, la presidenza del Consiglio corregge la Nota del ministero dell’Interno dello scorso 27 marzo e apre al diritto a recarsi in chiesa direttamente e non soltanto se sulla strada per il supermercato o il tabaccaio.
La disposizione è contenuta nel sito della presidenza del Consiglio dei ministri nella rubrica delle “domande frequenti sulle misure adottate dal governo”, e si aggiunge a quanto già previsto nella Nota già citata, ovvero che ci si può recare in chiesa «in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione».
Non è dato sapere però se tale chiarificazione è stata comunicata anche ai prefetti e alle forze di polizia: questione non secondaria perché la cronaca degli ultimi giorni dimostra che il rischio di multe per chi va in chiesa, anche in presenza di una autocertificazione, è molto elevato.
Proprio per fugare ogni ambiguità e rischio è indispensabile che la visita in chiesa per pregare sia aggiunta all’elenco delle “ragioni specifiche” presenti nel modulo di autocertificazione per cui è possibile spostarsi dalla propria abitazione. (R.Cas.)