Ancora un sacerdote rapito in Nigeria
Padre Ike aveva celebrato la Messa del mattino in una chiesa e stava rientrando in parrocchia quando la sua auto è stata fermata da uomini armati a bordo di tre automezzi
Sono sempre più frequenti in Nigeria i sequestri di sacerdoti a scopo di estorsione. I malviventi spesso approfittano del fatto che per raggiungere le chiese e le comunità delle loro parrocchie si spostano anche in ore in cui le strade sono poco frequentate e lo fanno senza scorta. Oppure osano fare irruzione di notte nelle canoniche prive di protezione, se non per la presenza di guardiani notturni. Il 16 giugno nello stato centro meridionale di Anambra è stato rapito padre Christian Ike, parroco della chiesa di San Matteo di Ajalli, nella diocesi di Ekwulobia. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia che si sta occupando del caso e che ha raccolto testimonianze oculari, padre Ike e altre persone stavano tornando dalla chiesa di San Michele nella quale lui aveva celebrato la Messa del mattino. Erano circa le 9.45 quando la loro auto è stata bloccata da uomini armati a bordo di tre veicoli. Padre Ike e un’altra persona sono stati fermati e portati via insieme ad alcuni effetti personali trovati nell’auto. Due persone sono riuscite a scappare. Il 9 giugno nello stato nord occidentale di Kaduna era stato rapito padre Gabriel Ukeh, parroco della chiesa di San Tommaso. Uomini armati sono entrati nella sua canonica di notte e lo hanno prelevato. Fortunatamente il sequestro è stato di breve durata. Padre Uke infatti è stato liberato e la sera del 10 giugno è tornato sano e salvo a casa. Altri due sacerdoti erano stati rapiti a maggio. Il 15 maggio era toccato a padre Basil Gbuzuo, della diocesi di Onitsha, rapito nello stato di Anambra mentre alle 8.00 di mattina percorreva la tangenziale Eke Nkpor-Obosi. I rapitori lo hanno liberato verso la mezzanotte del 23 maggio. Il 21 maggio all’una di notte, nello stato nord orientale di Adamawa era stato rapito padre Oliver Buba, della parrocchia di Santa Rita, mentre si trovava nel refettorio della sua canonica. Il 30 maggio, poco prima dell’alba, è stato anche lui liberato.