Ancora Il Mulino e i suoi articoli da fumetto sul clima
In un solo numero di una sola rivista troverete condensati tutti gli slogan dell’ambientalismo liberal nonché tutti gli errori e i malintesi sul tema ecologico.
Nel blog di ieri ci siamo occupati della rivista Il Mulino. Non vorrei tediare, ma debbo occuparmene anche oggi. Non riesco a capacitarmi di come sia possibile riunire in un unico numero della rivista tutti i luoghi comuni dell’ambientalismo liberal di oggi, tutte le frasi fatte, l’adeguamento acritico al mainstream, l’accoglimento di tutti i pregiudizi ed anche, se mi è concesso, tutti gli errori e i malintesi che oggi ci fanno respirare sul tema ecologico. Già nel blog di ieri avevamo messo in evidenza come l’ambientalismo illuminista non è per niente illuminato ma è fideista: loro credono nell’IPCC come nel Sant’Uffizio, credono che non esistano scienziati che hanno seri dubbi sul riscaldamento antropico e che, se ci sono, sono eretici, credono ancora in Darwin e che l’uomo provenga dalla scimmia, credono che l’antropocentrismo sfruttatore del pianeta venga dalla Bibbia e dal Vangelo: siccome Cartesio ha pensato gli animali come delle macchine, e siccome Cartesio era cattolico, allora è colpa della Chiesa cattolica se oggi noi distruggiamo l’ambiente. Purtroppo, questo è il livello di affermazioni di autori che, sorprendentemente, occupano posti di rilievo nell’accademia.
Nello stesso numero de Il Mulino c’è anche l’articolo Pensiero ecologico e antropocentrismo di Mauro Ceruti e Roberto della Seta. Già dal titolo è chiaro dove gli autori vogliono andare a parare, che del resto si legge già nella quarta riga, ossia al “debordante, e decisamente disturbante, dominio degli uomini sulla natura”. Dopo aver descritto le visioni ottocentesche “innovatrici” di Thoreau, di Clements e di Emerson, si finisce per esprimere una “decisa messa in questione … dell’antropocentrismo creazionista – diffuso soprattutto nella tradizione giudaico-cristiana”. Parlando poi di Haeckel, si valuta positivamente la sua “ambizione, fondativa delle idee darwiniane, di liberare dalla metafisica lo sguardo della scienza sulla natura, di fare scendere l’uomo dal piedistallo creazionista su cui l’aveva collocato e costantemente tenuto … l’interpretazione prevalente della tradizione giudaico-cristiana”. A ciò gli autori aggiungono una chicca degna di qualche fumetto; “con rare eccezioni, una su tutte: Francesco d’Assisi, celebrata nel cantico delle Creature”.
Naturalmente, tutto il discorso dove finisce? Nella crisi climatica, esposta nel più prono ossequio alle tesi oggi imposte a livello globale. I due autori si chiedono dove stia la causa della novità dei cambiamenti climatici di oggi dato che ci sono sempre stati. E rispondono: “È nella sua origine artificiale, antropica, ed è nella coincidenza di altre due caratteristiche: il suo largo perimetro spaziale – il clima sta cambiando ovunque nel mondo – e il suo stretto perimetro temporale – cioè l’estrema rapidità del suo svolgimento”. Risposta esatta! La lezione è stata imparata alla perfezione!