Anche l'Ungheria boccia Fiducia supplicans
Sintetico e cristallino il testo dei vescovi ungheresi: l'esatto contrario dello stile "azzeccagarbugli" che va di moda all'ex Sant'Uffizio.
L'Ungheria si aggiunge all'elenco (consultabile sul blog Messainlatino.it) delle Conferenze episcopali che hanno finora dichiarato di non applicare Fiducia supplicans (FS).
In breve: benediciamo tutte le persone ma non tutte le coppie. Si può così sintetizzare il già sintetico comunicato diffuso ieri, 27 dicembre, dalla Conferenza episcopale ungherese, «considerando la situazione pastorale del nostro Paese» (ancora una volta: se si vuole la sinodalità, non è detto che questa si manifesti sempre secondo la "variante tedesca"...). I presuli d'Ungheria affermano che FS «non modifica la convinzione e l’insegnamento perenne della Chiesa Cattolica sul matrimonio e sulla morale sessuale» e che «i ministri ordinati possono benedire tutte le persone individualmente, indipendentemente dalla loro identità di genere e dal loro orientamento sessuale, ma è sempre necessario evitare di impartire una benedizione comune per le coppie di fatto, nonché per quelli che vivono in un matrimonio canonicamente non valido o in un’unione dello stesso sesso».
Beninteso, accompagnando con «vicinanza e rispetto i nostri fratelli e sorelle che vivono in situazioni particolari, aiutandoli ad acquisire una comprensione più profonda della volontà di Dio nel loro cammino verso il Vangelo di Cristo», il che lo si può fare evidentemente in tanti modi e non necessariamente con una benedizione "di coppia" che inevitabilmente finirà per richiamare nei gesti ciò che pur viene negato nella dottrina.
Del comunicato ungherese colpiscono la sintesi e la chiarezza: anche chi non sarà d'accordo non potrà dire di aver capito male, o di aver equivocato, e che il testo si presta a più interpretazioni divergenti, come accade invece sistematicamente in questo pontificato e vieppiù con la recente ascesa di "Tucho" Fernández. A Budapest il "metodo azzeccagarbugli" non attecchisce.