Anche l'agenzia ufficiale Usa trucca i dati sul clima. Al rialzo
Secondo la NOAA quella del 2018 è stata la quarta estate più calda dal 1895, pari a quella tremenda del 1934. Ma i dati ufficiali della stessa NOAA, la smentiscono. Quella del 2018 non è neanche lontanamente paragonabile all'estate del 1934.
Non è solo il New York Times a truccare i dati sulle temperature (vedi qui e qui) per dar man forte alla narrativa sul riscaldamento globale antropogenico. Incredibilmente, ad “accomodare” ed omettere dati ci si è messa anche la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), ossia nientemeno che l'istituzionalissima agenzia USA, incardinata presso il Dipartimento del Commercio, preposta a raccogliere su clima e meteo dati certificati (letteralmente: “informazioni tempestive, affidabili e utili”). Insomma, quella che dovrebbe essere un guardiano contro derive ideologiche ambientaliste e relativa alluvione di fake news.
È successo infatti che la NOAA ha rilasciato un comunicato in cui con enfasi si afferma che questa estate 2018 (con riferimento a giugno, luglio e agosto) negli Stati Uniti è stata la “quarta più calda”, alla pari con quella del 1934. Chi ha una qualche idea di quanto sia stata davvero estrema l'estate USA del 1934 sobbalzerà, ma procediamo con ordine. Anzitutto: la NOAA giunge a questa conclusione perché, a suo dire, la temperatura media estiva 2018 è appunto la quarta più alta di sempre, alla pari con quella del 1934. Tony Heller (che aveva già svelato le magagne “termiche” del New York Times) s'è insospettito, ha controllato e ha scoperto che non è vero: la temperatura media estiva USA del 2018 non è nemmeno tra le prime dieci registrate dal 1895 ad oggi, e quella del 1934 è la seconda (vedi qui), dietro solo alla memorabile, torrida estate del 1936. Questo è il relativo grafico con i dati reali, e questo è quello con i dati “adattati” per mettere alla pari 2018 e 1934; questa animazione (nella quale sono cerchiati il dato del 1934 e quello del 2018) mostra molto bene la differenza tra i due tracciati, quello genuino (in blu) e quello “ritoccato” (in rosso).
Ma non è tutto. Oltre che “rimaneggiando” la temperatura media, asserire – come fa la NOAA - che l'estate del 2018 è stata calda come quella del 1934 si può solo nascondendo una nutrita serie di dati fattuali. I principali: 1) per quanto concerne la media delle temperature massime, l'estate del 2018 è solo la cinquantaseiesima più calda dal 1895, quella del 1934 la seconda (vedi qui; in queste graduatorie l'estate del 1936 è sempre prima); 2) quanto alla percentuale di giorni con temperatura superiore a 100 gradi Fahrenheit (poco meno di 38 °C), l'estate del 2018 è solo settantottesima, quella del 1934 seconda (vedi qui); 3) quanto alla percentuale di giorni con temperatura superiore a 95 gradi Fahrenheit (35 °C), l'estate del 2018 è solo ottantacinquesima, quella del 1934 seconda (vedi qui); 4) quanto alla percentuale di giorni con temperatura superiore a 90 gradi Fahrenheit (circa 32 °C), l'estate del 2018 è solo sessantaseiesima, quella del 1934 ancora una volta seconda (vedi qui).
L'unico aspetto sotto il quale l'estate del 2018 è nel novero delle dieci più calde concerne la temperatura minima media (vedi qui) a 61 gradi Fahrenheit (che sono poco più di 16 °C). Ma le roventi notti... a 16 °C bastano a qualificarla come tra le più calde di sempre, a dispetto di tutto il resto?
Su temperature massime, numero di giorni sopra i 32 °C e quant'altro, il comunicato NOAA inopinatamente tace. E tace pure l'approfondimento cui il comunicato rimanda. Non una parola. Forse perché, qualora l'informazione al riguardo fosse stata esauriente, sarebbe diventato impossibile sostenere attendibilmente che l'estate del 2018 è stata calda al pari di quella del 1934? A scanso di equivoci, giova precisare che il confronto che abbiamo condotto tra i numeri del 2018 e quelli del 1934 non si basa su una qualche serie di dati termici stramba, inaffidabile, o comunque non riconosciuta da NOAA, ma si basa proprio sui dati forniti da NOAA (vedi qui), e precisamente sull'ufficialissimo e prestigioso USHCN (United States Historical Climatology Network), che contiene i dati della rete di 1219 stazioni climatiche che si stende uniformemente lungo i 48 stati contigui degli USA (vedi qui al riguardo il sito NOAA). Per giunta, è proprio il sito della NOAA a qualificare l'agosto del 1934 come quello più severamente colpito da siccità dal 1895 a oggi (lo stesso dicasi di giugno e luglio: vedi qui, qui e qui), mentre l'agosto del 2018 figura solo al ventinovesimo posto (vedi qui; luglio è ventisettesimo e giugno ventinovesimo).
Se l'obiettivo desiderato era quello di alimentare l'allarmismo sul cambiamento climatico, lo scorretto ma scaltro comunicato NOAA l'ha centrato: si vedano, a titolo esemplificativo, anche solo i titoli di Newsweek, USA Today e Washington Post. (Alessandro Martinetti)