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COOP A DUE FACCE

Ama cani e gatti, ma poi sgozza mucche e pecore

A Milano, la Coop (di sinistra) Lombardia ha donato al Comune 4mila kg di cibo per cani e gatti, nel quadro di una campagna denominata «Alimenta l’amore». Ma la Coop vende anche carne halal, cioè macellata secondo i criteri islamici: la bestia, appesa per le zampe posteriori, viene sgozzata e lasciata a dissanguarsi.

Cronaca 27_10_2014
La Coop amica degli animali? Ma va

Il pensiero politicamente corretto è già di per sé un’ipocrisia, così come il suo linguaggio (tecnicamente si chiamava eufemismo: per non dire che una cosa è storta dici che è diversamente dritta). Siamo stati facili profeti nel prevedere che si sarebbe avvoltolato nelle sue contraddizioni, le quali avrebbero presto generato un viluppo inestricabile, una specie di anatocismo (politicamente corretto del politicamente corretto) da cui nessuno sarebbe più stato in grado di districarsi. 

Ora, il politicamente corretto, come tutte le ideologie, nasce a sinistra e tende al totalitario. Come fa a uscire dalle contraddizioni da se stesso generate? Col solito sistema: i gendarmi. Ed ecco un piccolo esempio. A Milano, la Coop (di sinistra) Lombardia ha donato al Comune (giunta “arancione” Pisapia, di sinistra) 4mila kg di cibo per cani&gatti, nel quadro di una campagna denominata «Alimenta l’amore». La quale prevede, nei punti vendita cittadini della Coop, anche una raccolta di tal genere di vivande da girare alle associazioni animaliste. E, al grido di «mi voglio rovinare», parte degli incassi verranno destinati agli animali «in difficoltà». Perfetto. Ma che cosa ci faceva tutta quella gente che, davanti al Comune meneghino, contestava l’iniziativa? Era gente politicamente scorretta? Gente che si permette –nel 2014!- di non amare gli animali? 

No, al contrario. Per una volta tanto era gente che gli animali li ama davvero, mica come i fanatici del politicamente corretto. Infatti, questa gente non protestava contro il cibo gratis ai pets, bensì contro la Coop e la sua ipocrisia. Infatti, la Coop vende anche carne halal, cioè macellata secondo i criteri islamici: la bestia, appesa per le zampe posteriori, viene sgozzata e lasciata a dissanguarsi in un’agonia che può durare molto a lungo. Va da sé che, se i musulmani osservanti non trovano la loro carne preferita al supermercato, vanno nelle macellerie specializzate che rispettano i precetti coranici. Con una non indifferente perdita economica per il supermercato in questione, dato il numero dei consumatori musulmani (particolarmente alto a Milano). Ecco, insomma, un caso in cui il politicamente corretto si ritrova infilzato dai due corni di un dilemma: quale “minoranza protetta” favorire, quella animalista o quella islamica? Eh, bella domanda.

Ma, come abbiamo detto, quando l’ideologia si ritrova sepolta dalle sue contraddizioni, che fa? Ne esce ricorrendo ai gendarmi. Infatti, così è stato anche a Milano: da Palazzo Marino, sede del Comune, è prontamente uscita una folta pattuglia di vigili urbani che hanno disperso l’assembramento dei contestatori. Et voilà, risolto il problema. In fondo, l’ideologia è monotona. È fin dal tempo dei suoi inventori, i giacobini, che va avanti così. Prima, la complessità del reale viene sostituita da uno schema pensato a tavolino da un pugno di astratti teorici. Poi, se la tela produce qualche grinza, la si schiaccia col ferro da stiro; se l’asfalto si fende e ricresce l’erba, si taglia l’erba; se dal Letto di Procuste sporgono i piedi, si troncano i piedi. Se ne era accorto, fin dal 1844, il deputato e pensatore Juan Donoso Cortés, che così tuonava alla Cortes spagnole: «Che cosa ci ha dato il “mondo nuovo”? Gendarmi e rivoluzioni, rivoluzioni e gendarmi». Ma la storia insegna che la storia non insegna niente.