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DOCUMENTARIO

Allarme cellulari: il porno dilaga fra i bambini

Il racconto di Joseph che mentre giocava con il cellulare divenne dipendente dalla pornografia a soli 9 anni, sviluppando una forte aggressività: il documentario sulla diffusione del fenomeno tra i piccoli e i numeri dimostrano che non si tratta di un caso isolato.

Educazione 14_11_2017

Mai come prima d’ora i bambini rischiano una sessualizzazione precoce e distruttiva, che può condannarli a una visione perversa della persona. Non solo per i corsi pro gender e alla sessualità dilaganti nelle scuole. Il canale più pericoloso, infatti, non viene dall’esterno ma spesso si trova dentro le mura di casa, quelle in cui un genitore sente il figlio sicuro e protetto, dove però i cellulari e internet non solo sono sempre pronti all’uso, ma vengono lasciati nelle mani dei più piccoli come se nulla fosse. Spesso con l'illusione di tenerli buoni (non si fa nemmeno più lo sforzo di accendere la tv e di inserire un Dvd) o spesso perché la normalità anche per gli adulti è avere lo smartphone sempre accanto e controllarlo continuamente, dimenticando che quella tranquillità passeggera, di più o di meno, la si pagherà. Sopratutto se al bambino capita di finire su un sito pornografico. 

Un’eventualità? C’è poco da illudersi, dato che i numeri parlano così chiaro da aver spinto alcuni filmmaker a produrre un documentario, Over 18,  in merito alla diffusione della pornografia fra i bambini. Joseph, americano oggi 13enne, racconta: “Stavo solo giocando ad un gioco, quando quel pop-up è comparso nell’angolo e io ho cliccato ed è apparso un sito porno. Mi sono detto: “Oh ma questa roba è strana” e sono ritornato a giocare. Ma per i pochi secondi in cui lo avevo guardato non riuscivo a togliermelo dalla testa. Ne sentii la brama ma all’inizio puoi pensare che sia curiosità…la dipendenza è cominciata quando ero in terza elementare e avevo 9 anni”. I genitori di Joseph si accorsero perché il bambino era diventato violento e spesso picchiava la sorella. 

Ma non è una rarità appunto. Anche la Bbc l’anno scorso ha parlato di una delle tante ricerche da cui emergono dati allarmanti: il 28 per cento di coloro che hanno 11/12 anni e il 53 per cento di coloro che vanno dagli 11 ai 16 ha visto materiale pornografico online. Di questi il 28 per cento ha cominciato proprio per via di una pubblicità o di un pop-up. La conseguenza? Quella che anche la cronaca dei giornali testimonia: il 14 per cento dei bambini/adolescenti si fotografa nudo e la metà condivide le proprie immagini online. Di questi il 60 per cento ha cominciato a vederlo dai cellulari o dai laptop di casa (il 29 per cento a casa di amici). Un bambino di 11 anni aveva confessato ai ricercatori che “mi è capitato di vederlo per caso, non voglio che i miei genitori lo sappiano”. Mentre un 13enne ha spiegato che “uno dei miei amici ha cominciato a trattare le femmine come vedeva nei video…dava loro sculacciate”.

In generale crescono i timori per l’impostazione mentale di chi cresce usando iPad o iPhone, che abituano le persone ad accedere a qualsiasi informazione o immagine proveniente dall’intero globo per avere sempre e senza fatica ciò che si vuole, alimentando un narcisismo in cui (sopratutto i bambini) soddisfando immediatamente ogni istinto si cresce apatici verso il mondo reale e incapaci di reggere le frustrazioni della vita. Ma quando si aggiunge il problema della pornografia la situazione peggiora. Sopratutto nei cervelli in via di sviluppo, continuamente sollecitati da impulsi che producono dopamina, creando vere e proprie dipendenze come dalla droga.

Persino il giornale ultra liberal Independet riportando l’allarme delle dipendenze da internet fra bambini, lanciato da diversi esperti e medici inglesi, ha dato spazio al consiglio di Mandy Saligari, alla guida di una clinica di riabilitazione londinese, sul fatto che dare un cellulare ad un bambino può equivalere a fornirgli un grammo di cocaina e che se anche “è difficile agire perché è come la sua terza mano (il cellulare, ndr), non è impossibile intervenire”. Sebbene sia meglio prevenire, che diventa molto più difficile sia per i figli sia per i genitori se abituati a non dire mai “no” e a non porre divieti.

Perciò ha spiegato in Over 18 il papà del piccolo Joseph “non puoi non sentirti responsabile per aver permesso a tutto questo di entrare in casa”. Mentre sua madre ha chiarito: “Tutto il suo problema (di Joseph, ndr) legato alla pornografia è cominciato nella nostra cucina e nel nostro salotto di casa mentre la famiglia era presente…il sistema è malato, qualcosa deve cambiare”. Non a caso, la famiglia ha deciso di ritirare i cellulari ai figli e di non permettere l’uso di internet dal computer di casa se non in certi casi e sotto la guida dei genitori, dato che anche i filtri contro la pornografia non sono così sicuri. Mentre diversi Stati americani stanno provando a correre ai ripari, definendo il fenomeno come un pericolo nazionale di salute pubblica.