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Alla Scala Santa il ricordo di padre Candido Amantini

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Numerosi fedeli presenti alla commemorazione del passionista che svolse per trent'anni il ministero dell'esorcismo, testimoniando che il demonio non può nulla se restiamo nell'Amore di Cristo.

Ecclesia 24_09_2024

Sono passati 32 anni dalla nascita al cielo del Servo di Dio padre Candido Amantini, sacerdote passionista, figlio della gente laboriosa del Monte Amiata, fra Maremma e val d’Orcia, dove la Toscana si accinge ad abbracciare la Tuscia. Dettagli geografici per nulla casuali. Quest’angolo d’Italia fra il Tirreno e l’Appennino, partendo dall’approdo dell’Argentario, fu percorso da San Paolo della Croce e dai suoi frati, missionari e predicatori, animati da quella spiritualità la cui sorgente il fondatore della Congregazione della Passione indicava nelle piaghe di Cristo. Dunque, una duplice vocazione quella passionista: rivolta al popolo, all’incontro con le anime, e allo stesso tempo mistica e riflessiva. Padre Candido, l’esorcista della Scala Santa, incarnò perfettamente questo profilo attivo e contemplativo.

Domenica 22 settembre a Roma, presso il Pontificio Santuario della Scala Santa, una celebrazione eucaristica concelebrata da otto sacerdoti e presieduta da padre Cristiano Massimo Parisi, postulatore generale dei Passionisti, ha ricordato la luminosa figura di questo religioso, «sacerdote secondo il cuore di Dio», come lo descrisse con perfetta sintesi San Pio da Pietrelcina.

Presenti numerosissimi fedeli, figli spirituali del Servo di Dio, uomini e donne che lo hanno incontrato, che si sono rivolti al suo ministero di esorcista e confessore, persone che non lo conobbero personalmente ma che lo hanno “scoperto” grazie alla testimonianza dei primi, lungo un ideale tracciato di condivisione e conoscenza. Di padre Candido è in corso il processo di beatificazione e in moltissimi confidano che venga presto dichiarato venerabile.

Difficile riassumere in poche righe la figura e la testimonianza del Servo di Dio, nato a Bagnolo di Santa Fiora nel 1914, non solo per la profondità e l’umile riservatezza del suo tratto personale ma per il grande impegno apostolico che il religioso passionista riversò nella direzione spirituale, nel confessionale, nella missione di conforto verso i sofferenti a Roma, in Italia, come nei pellegrinaggi a Lourdes. Non va dimenticato l’insegnamento per un ventennio di Sacra Scrittura ai seminaristi (fu infatti solido biblista e teologo, con studi al Pontificio Istituto Biblico e all’Angelicum). Questa sua poliedrica attività apostolica culminava quotidianamente nella celebrazione eucaristica. Per oltre trent’anni, dal 1961 fino al 1992, al centro della sua vocazione, non senza sofferenze personali, ci fu la consolazione e la liberazione di quanti egli incontrava quotidianamente presso la Scala Santa, ricevendo dall’alba fino a ottanta persone al giorno. Padre Candido era sempre vicino ai sofferenti in ogni momento della giornata, anche attraverso la preghiera e l’adorazione davanti al Santissimo Sacramento. La sua relazione filiale con il Signore non poteva infatti non comprendere la relazione paterna verso i fratelli e le sorelle bisognosi di aiuto e conforto. La sua dedizione al prossimo fu ferma e instancabile.

Speciale fu la sua venerazione verso Maria Santissima. Non per caso il nome che assunse da religioso fu Candido dell’Immacolata, quasi prefigurando quello che molti anni dopo sarebbe stato il suo ministero di esorcista, dal momento che nell’iconografia mariana, ispirata dal cap. 3 della Genesi e dal cap. 12 dell’Apocalisse, la Vergine Immacolata schiaccia col piede la testa del serpente. Con la spiritualità e la sensibilità proprie del passionista, padre Candido assegnava infatti grande importanza alla partecipazione della Madre di Dio alla Passione di Gesù. E come ebbe a scrivere nel suo trattato Il Mistero di Maria (Ed. La Scala Santa, Roma 2018), allorché si realizzò sul Golgota la Redenzione si completò anche il mistero della divina maternità. Attraverso Maria con la sua vita, per la vita del suo Figlio, si perfezionò così il progetto del Padre sul mondo.

Anche la sofferenza dell’umanità si iscrive in una prospettiva salvifica. Compreso il dolore patito da tutti coloro che sono tormentati dall’azione straordinaria del Maligno. Padre Candido ne era consapevole nella sua quotidiana, instancabile vicinanza ai perseguitati. Chi ha saputo sperimentare e cogliere i tratti portanti, umani e sacerdotali, del delicato ministero di padre Candido come esorcista fu certamente il suo allievo Don Gabriele Amorth, che ne tracciò un ritratto fedele nel volumetto L’esorcista della Scala Santa (Ed. Il Crocifisso, Roma 2002). Don Amorth ha scritto che padre Candido «parlava di Dio, sempre di Dio, conforme a quella che era la sua vita interiore. E spronava a rivolgere tutti i pensieri a Dio, ad abbandonarsi in Lui, a guardare Gesù Crocifisso che non voleva altro che la volontà del Padre». Anche lo sguardo riposto in Cristo diventa infatti preghiera e consolazione. E lo sguardo di Cristo è consolante e risanante su quanti si posa.

Il tema della presenza reale del Maligno, nonché della sua azione nella storia, suscita da sempre grande interesse. Oggi ancor più, a causa delle molte prove che l’umanità sta vivendo, sollevando in molti drammatici interrogativi sul presente e il futuro del mondo: guerre e stragi, ingiustizie sociali ed economiche, il relativismo etico, una pericolosa rifondazione antropologica in atto, l’occultismo e il neopaganesimo spesso associati al potere. Ma la ferma e dolce testimonianza di padre Candido, la sua incrollabile fede nel Signore, la sua eroica dedizione alle anime, anche in questa cornice storica dolorosa e oscura, contribuisce a rassicurarci sul fatto che il demonio è già stato sconfitto dalla Passione e Risurrezione di Gesù Cristo, Salvatore del mondo e rifondatore della storia.

È vero – come amava dire San Giovanni Calabria, il prete veronese che patì i tormenti del Maligno e di cui ricorrono quest’anno i 70 anni dalla morte – che se il diavolo è incatenato, allo stesso tempo la sua catena è lunga. Padre Candido Amantini, però, benedicendo, consolando e liberando in nome di Cristo molte persone afflitte, nei cui dolori vedeva riflessa la Passione di Gesù, assistendo i sofferenti con illimitata generosità, diede un’attualissima prova di fede e speranza al cospetto del Dio vivente, testimoniando che tutti Egli ama e vuole salvare e che se restiamo nel suo amore nulla può farci l’Avversario.


Alberto Castaldini ha dedicato alla figura di padre Candido l'articolo L'esorcista che smascherava il demonio a colpo d'occhio sul numero di luglio-agosto della nostra rivista di formazione apologetica La Bussola MensilePer informazioni: distribuzione@lanuovabq.it



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