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Messico

Al collasso l’accoglienza alle carovane di emigranti illegali in Messico

Finiranno per trascorrere mesi, forse anni in Messico in condizioni critiche gli emigranti che dall’America centrale tentano di raggiungere in carovane ribattezzate “umanitarie” gli Stati Uniti

Migrazioni 15_04_2019

 

Forse non stanno facendo il bene degli emigranti i vescovi del Messico che si prodigano per accogliere quelli delle carovane provenienti da Honduras, El Salvador e Guatemala, dirette verso il confine tra Messico e Stati Uniti dove sperano di riuscire a entrare in qualche modo. Così facendo non solo incoraggiano a proseguire quelli già entrati in Messico, ma molto probabilmente ne inducono altri a formare nuove carovane e partire. Qualunque sia la motivazione che li spinge, quegli emigranti sono irregolari, pochi di loro entreranno negli Stati Uniti, quelli respinti rientreranno in patria o tenteranno di rimanere in Messico, gli uni e gli altri assistiti finché sarà possibile. Una fonte locale dell’agenzia Fides riferisce che la situazione in Messico “è al limite per quanto riguarda la logistica e l’assistenza, vale a dire, non ci sono più luoghi dove pernottare, dove mangiare, ecc. A questo, si deve aggiungere la politica degli Stati Uniti di rimandare in Messico tutti quelli che non sono autorizzati ad entrare in territorio Usa, che erano già stati fermati dalle guardie di frontiera o avevano chiesto regolarmente il permesso di entrare negli Usa”. Un avvocato degli emigranti che esercita in Texas, Jaime Barron, spiega che c’è molta paura tra gli emigranti di restare in Messico “per mesi, forse per anni, in attesa che un giudice dell’immigrazione consideri il suo caso e le autorità rispondano se concederanno o meno asilo”. Monsignor Heriberto Cavazos Pérez, da Monterrey dove è stata aperta una Casa del Migrante, replica che comunque sia accogliere e assistere gli emigranti è un diritto umanitario.