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intervista a Porto

«Agenti di Polizia demoralizzati, così in tanti lasciano la strada»

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«Sfidano la Polizia perché sanno di essere impuniti, ma così sempre più agenti si tolgono dalla strada». Intervista ad Antonio Porto, segretario di Osa Polizia dopo gli scontri di Bologna e il caso Ramy: «Tanti colleghi non sono più disposti a rischiare, dovendo pure pagarsi l'avvocato». 

Cronaca 15_01_2025

«L’odio verso la Polizia è fomentato dal senso di impunità che porta a sfidare le forze dell’ordine con la certezza di non temere niente, anzi di avere anche il gratuito patrocinio nel caso in cui dovessero verificarsi incidenti come quello occorso al 19enne Ramy Elgaml».

Antonio Porto è il segretario generale del sindacato Osa Polizia e in questa intervista alla Bussola spiega bene qual è il sentimento di delusione che le forze dell’ordine stanno vivendo in questi giorni in cui la rivolta sociale di collettivi e autonomi sembra assumere i contorni di una sorta di Black lives matter all’italiana.

Porto, che idea si è fatto?
Sicuramente quella di Ramy è una tragedia, ma si sta facendo un ingiustificato processo mediatico alle forze dell’ordine, chi sta protestando non sa che cosa vuol dire stare su una gazzella o una volante. 

Cosa significa?  
Non è facile svolgere in serenità e con questa pressione le attività di vigilanza. Chi sta su una gazzella nel corso di un inseguimento ha poco tempo per prendere una decisione, a volte una frazione di secondo. 

Però ci sono dei protocolli di intervento…
Ma ogni inseguimento o manifestazione ha delle variabili imprevedibili, ognuno ha la sua storia. Chi va in televisione a criminalizzare il nostro operato non sa di che cosa sta parlando, non ha la minima idea di ciò che succede in strada.

Lei ha lavorato sulle volanti?
Sì, e posso garantire che poteva andare a finire peggio.

Peggio della morte di Ramy?
Bisogna considerare la bravura del collega carabiniere che guidava la gazzella: dai video e dai riscontri è chiaro che lo scooter non cade a causa di un contatto con il mezzo, le telecamere mostrano chiaramente la frenata della gazzella. La professionalità del carabiniere ha evitato una tragedia più grossa.  

Sulla dinamica dei fatti ci sarà una lunga battaglia, ora. Lei pensa che il loro comportamento sia stato esemplare per un inseguimento di due ragazzi a bordo di uno scooter?
Sì, perché anzitutto bisogna rendersi conto che questi due ragazzi stavano scappando.

Per evitare un posto di blocco…
Questi scooteroni sono utilizzati dai rapinatori o dagli spacciatori: tu non puoi sapere perché sta scappando, ma abbiamo il compito di bloccarlo. Hanno scorrazzato per 20 minuti anche contromano mettendo a rischio anche le altre auto.   

Eppure, l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli ha detto che bisognava limitarsi a prendere la targa…
Si vede che ha dimenticato l'istituzione di cui è stato il capo, ma soprattutto dimostra che non è a conoscenza di come funziona in strada. Non è un caso che la maggior parte dei poliziotti non ne sentono la mancanza. La sua è stata una delle peggiori gestioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e con questa infelice uscita ne ha dato dimostrazione

Che aria si respira in Polizia?
Siamo molto preoccupati, c’è molta delusione e il morale è giù: non si fa nulla per tutelarci. Essere indagati comporta una situazione molto stressante perché devi pagare tu le spese. La politica si fa bella dicendo di aver aumentato la tutela legale portandola a 10mila euro, ma con 10mila euro non ci fai niente e se va male c’è il diritto di rivalsa e devi restituirli. E poi le lungaggini dei processi ti portano ad essere sfiduciato.  

Il Governo sta pensando ad un decreto sicurezza che introduca una sorta di scudo penale e l’inasprimento delle pene, però.
Non so quanto possa servire. La vera questione da affrontare è quella di riprendersi il controllo del territorio che invogli gli agenti a stare in strada perché c’è un fuggi fuggi da questa tipologia di servizi. Chi me lo fa fare di rischiare un processo?

Nel frattempo, sono usciti i dati 2024 sulle aggressioni agli agenti: rispetto al 2023 c’è stato un aumento del 127%...
È colpa del clima generale di impunità, in strada siamo costantemente sfidati da gente che spesso non va neppure in galera alla quale lo Stato paga pure l’avvocato d’ufficio, mentre noi il legale dobbiamo pagarcelo di tasca nostra. Le faccio un esempio personale.

Prego…
Io ho subito un processo molto lungo perché un tossicodipendente mi denunciò per averlo picchiato. Sono stato assolto, ma ho speso 66mila euro di avvocato. Lo sa quanto mi ha riconosciuto l’Avvocatura dello Stato?

Quanto?
Solo 16mila euro. Ecco perché se non si aiutano gli agenti a svolgere bene il loro lavoro ci sarà sempre più un’emorragia di colleghi che si toglieranno dalla strada. A differenza di un poliziotto che lavora in ufficio, noi prendiamo 4,50 euro in più per le ore notturne e altri 4,50 per il servizio esterno: ma se stai dento e lavori con gli straordinari guadagni di più.

Sta dicendo che molti suoi colleghi rinunciano a stare sulla strada?
Sì, ed è questo il vero problema perché così si perde il controllo del territorio. Il risultato è che spesso mandiamo alla guida dei mezzi dei ragazzi inesperti, una volta c’erano agenti che chiamavamo “masticatori d’asfalto” che conoscevano anche il numero dei sanpietrini a terra, con una preparazione e una conoscenza della strada cementatasi negli anni.



PIAZZE AGITATE

La protesta nazionale per Ramy, contro la polizia: il nostro Black Lives Matter

14_01_2025 Stefano Magni

Rivolte contro la polizia dopo la pubblicazione dei video sulla morte di Ramy Elgaml, il ragazzo egiziano inseguito dai Carabinieri a Milano. Attacchi deliberati alla polizia a Torino, Milano, Roma, Bologna. Come in Black Lives Matter, la sinistra tace e acconsente, colpevolizzando la polizia.