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APPROPRAZIONE INDEBITA

Adesso si scopre che Lady Spread non cade ai piedi dei tecnici

Piazza Affari perde quasi il 2%
e il differenziale Btp-Bund sale a 500 punti. Ma non era tutta colpa solo di Silvio Berlusconi? Cronaca e riflessioni da Il Foglio (l'homepage odierna del cui sito Internet è una piccola perla...)

 

L’“effetto-Monti” sui mercati, se c’è, ancora non si vede: ieri il Tesoro italiano ha collocato infatti i 3 miliardi di euro di Btp quinquennali previsti, ma ha dovuto riconoscere un rendimento mai così alto dai tempi dell’introduzione dell’euro (6,29 per cento). Non solo: lo spread tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi, considerati più sicuri dagli investitori, è tornato a quota 500 punti, ovvero allo stesso livello raggiunto la scorsa settimana alla vigilia delle dimissioni del Cav. E’ indubbio, come ha scritto l’agenzia di informazione finanziaria Bloomberg, che “guardare ‘lo spread’ sta diventando un’ossessione nazionale” in Italia.

Così, fino a 24 ore fa, l’ipotesi prevalente sui giornali era che sarebbero bastate le dimissioni del Cav. e l’arrivo di un governo tecnico per far diminuire il rischio percepito dagli investitori; ieri però, di fronte all’andamento dei mercati, alcuni analisti hanno puntato il dito sull’incertezza delle consultazioni in corso con partiti e parti sociali. Mentre la Commissione Ue ha fatto sapere che la “diagnosi sullo stato dell’economia italiana non cambia perché c’è una nuova amministrazione”. In realtà, come dimostrano sia l’andamento negativo di tutti gli spread europei sia la chiusura negativa di tutti i listini del Vecchio continente (inclusa Piazza Affari, meno 2 per cento), la crisi ha dimensioni paneuropee.

Però dalla Bce, sollecitata da più parti a intervenire come “prestatore di ultima istanza”, anche ieri sono arrivati soltanto “no” (vedi articolo sotto). Sull’Italia pesa poi la situazione delle banche nazionali, messe in difficoltà dalle regole dell’Autorità bancaria europea (Eba), concepite in maniera tale da favorire gli istituti francesi e tedeschi. Anche per questo Christian Clausen, presidente della Federazione europea delle banche, ha invitato i suoi associati a ridurre l’esposizione sull’Italia. Non è un incoraggiamento, vista pure la performance borsistica negativa di Unicredit.

Da Il Foglio del 15 novembre 2011