Adesso anche Petraeus vuole allearsi con Al Qaeda
Un ex generale statunitense propone di allearsi con il Fronte al Nusra (affiliato ad Al Qaeda) per combattere contro l'Isis in Siria. E' David Petraeus, il vincitore del conflitto iracheno ai tempi di George W. Bush, nonché ex direttore della Cia. L'idea è impresentabile. Ma è quello che gli americani, di fatto, stanno già facendo.
Il generale David Petraeus, “vincitore” della guerra in Iraq con George Bush Jr, poi comandante delle truppe alleate in Afghanistan e capo della CIA con Barack Obama prima di venire travolto dallo scandalo per la relazione con la sua biografa, ha un’idea per sbaragliare lo Stato Islamico: allearsi con al-Qaeda.
Secondo quanto scrive il Daily Beast, Petraeus ritiene che gli americani nella lotta ai militanti dello Stato Islamico in Siria dovrebbero servirsi del Fronte al-Nusra, le milizie affiliate ad al-Qaeda. L'idea sarebbe frutto dell'esperienza di Petraeus quando era comandante delle forze statunitensi in Iraq e Afghanistan, in particolare nel 2007 quando nell'ambito di una vasta strategia per combattere l'insurrezione islamista, riuscì a convincere le tribù sunnite della provincia di al-Anbar e di altre province del nord del Paese (le stesse riconquistate dall’ISIS un anno or sono) a rinnegare l’alleanza con al-Qaeda costituendo i cosiddetti “Comitati del risveglio” che combatterono con successo e con l’aiuto degli USA i qaedisti, riducendoli ai minimi termini e consentendo poi a Washington di ritirare le proprie truppe dall’Iraq nel 2011.
L'idea pare sia stata giudicata “rischiosa" da alcuni esponenti politici e militari sentiti dal Daily Beast che ricorda come, nel 2012, l'amministrazione Obama abbia dichiarato il Fronte al-Nusra un'organizzazione terroristica che un anno or sono è stata oggetto dei raid aerei americani nella fase iniziale delle operazioni della Coalizione contro l’ISIS in Siria. In realtà i missili americani colpirono il movimento Khorasan, affiliato ad al-Nusra e accusato di preparare attentati in Europa e Stati Uniti.
Facile bollare l’idea di Petraeus come il sintomo del fallimento della strategia USA contro l’ISIS (ammesso che ve ne sia mai stata una) e non è forse un caso che, precisando il suo pensiero alla CNN, Petraeus abbia dichiarato di voler proporre la collaborazione solo con alcuni individui “elementi moderati" e non all’intero Fronte al-Nusra. Trovare elementi “moderati” in un movimento affiliato ad al-Qaeda, più che fantasioso, è fantascientifico, ma nel suo complesso la proposta formulata da un grande comandante ricco di esperienza operativa e autore della dottrina di contro insurrezione statunitense, merita rispetto.
Nel 2007 Petraeus riuscì a convincere i sunniti a ribellarsi ai jihadisti facendo leva sull’insofferenza dei laici iracheni, nati sotto il regime di Saddam Hussein, a sottostare al rigido islam di al-Qaeda e con la promessa alle tribù sunnite di un ruolo politico e sociale che, dopo il ritiro delle truppe americane, il governo sciita di Baghdad si è ben guardato dal mantenere. Per questo oggi i sunniti sostengono l’ISIS preferendolo a un governo sciita. Al-Nusra fa parte oggi dell’Esercito della Conquista, alleanza sostenuta da turchi, Qatar e sauditi (tutti alleati degli USA) che combatte contro Assad nel Nord cella Siria e solo se attaccato si difende dalle milizie dell’ISIS. Anzi, in molti settori del fronte siriano al-Nusra e ISIS cooperano: del resto ideologicamente sono affini (l’ISIS altri non era che la branca di al-Qaeda in Iraq) e hanno il comune obiettivo di creare uno stato islamico retto dalla sharia.
Di fatto, oggi arabi e occidentali sono quindi già alleati del Fronte al-Nusra e di al-Qaeda con l’obiettivo di abbattere il regime di Assad difeso con sempre maggiore determinazione solo da Russia e Iran, che sembrano essere gli unici a voler combattere davvero l’ISIS insieme ai curdi. Meglio poi non dimenticare che le poche decine di “ribelli moderati” siriani che gli USA sono riusciti a reclutare, addestrare e armare in Turchia, in base a un programma triennale del Pentagono per un valore di 1,5 miliardi di dollari, sono stati subito attaccati e poi inglobati da al-Nusra una volta penetrati in Siria per combattere l’ISIS, a inizio agosto.
Paradossalmente quindi l’idea di Petraeus di allearsi con i qaedisti per combattere l’ISIS, da un lato è impresentabile, ma dall’altro fotografa molto bene quello che già sta accadendo con la Coalizione a guida USA che sostiene ogni movimento jihadista (salafiti, fratelli musulmani e qaedisti) ma affinché combattano il regime di Damasco non certo l’ISIS.