Adamo ed Eva, l'inizio della storia della redenzione
Adamo ed Eva sono i protagonisti dei rilievi del portale della Chiesa di San Petronio a Bologna, che hanno come tema generale la redenzione. Un capolavoro di Jacopo della Quercia che in Adamo ed Eva racconta la lotta tra il bene e il male che risale alle origini.
“Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Gen. 3, 11 – 12
Michelangelo scultore, ma non solo. Anche il pittore Buonarroti venne fortemente influenzato dal potente linguaggio dell’artista senese noto a tutti come Jacopo della Quercia, al secolo Jacopo di Pietro d’Agnolo di Guarnieri. L’aretino restò impressionato dai rilievi del portale della chiesa di San Petronio a Bologna che ammirò per la loro forza plastica e studiò a fondo, lasciandone tracce nella volta della Sistina. Soprattutto quanto concerne le storie della Genesi…
La porta Magna, ovvero quella centrale, della basilica del santo patrono bolognese fu commissionata nel 1425 al della Quercia che si impegnò a consegnare il lavoro entro due anni. Così non fu e l’apparato decorativo dei battenti rimase incompiuto come, del resto, altre parti dell’edificio. Ciò che realizzò furono le diciotto figure di Profeti nella strombatura dell’arco, le sculture a tutto tondo di Maria, San Petronio e Sant’Ambrogio nella lunetta, le scene del Nuovo Testamento nell’architrave e i dieci rilievi, cinque per lato, sugli stipiti. Da qui, dalle storie della Genesi, si sviluppa il tema perseguito dallo scultore ed espresso magistralmente nella pietra da lui istoriata e modellata: la redenzione.
Tutto, si sa, ebbe inizio con Adamo ed Eva. Ecco, dunque, i nostri progenitori protagonisti dei rilievi sul pilastro sinistro, a partire dalla creazione di Adamo per arrivare alla scena in cui li si vede intenti a zappare la terra lui, a filare circondata dai figlioletti Caino e Abele lei. Questa è la punizione inflitta da Dio Padre che li cacciò dal Paradiso una volta sorpresi a mangiare del frutto dell’albero proibito. E questo ci racconta Jacopo della Quercia, senza indugiare troppo in doviziosi particolari descrittivi e concentrandosi, piuttosto, sulla potenza dei corpi nerboruti, che occupano con tutta la loro fisicità lo spazio delle formelle.
Nella scena del Peccato originale l’Eden è sintetizzato da rocce incrinate e dall’albero su cui è arrotolato il serpente che si contraddistingue per la testa capelluta, particolare ripreso dall’analogo e celeberrimo soggetto di Masolino della Cappella Brancacci di Firenze. A Masaccio, invece, Jacopo della Quercia guarda mentre scolpisce i progenitori cacciati dal Paradiso. Dall’affresco altrettanto noto della cappella della fiorentina Santa Maria del Carmine si riprende, qui, la posa di Eva che, Venus pudica, copre la sua ormai evidente nudità e il contrasto tra Adamo e l’Angelo che lo allontana dalla porta del Paradiso identificata da un architrave di gusto rinascimentale.
Nei riquadri biblici domina la figura umana caratterizzata da gesti eloquenti e da posture dinamiche che emanano energia e vitalità. E’ la storia dell’uomo, l’inizio della lotta tra il bene e il male che ognuno di noi deve quotidianamente affrontare. E che Jacopo della Quercia ha saputo rappresentare, caricando Adamo ed Eva di una tensione fisica e spirituale che nessun artista, a lui immediatamente successivo, ha saputo riprodurre. Fino a Michelangelo.