A Ravenna c'è il prete trampoliere
L'ennesima trovata della liturgia creativa vede un sacerdote ravennate predicare sui trampoli per mettere in scena l'episodio evangelico di Zaccheo. Venuto meno il senso del culto e del sacro, la liturgia si riduce a pantomima.
Un tempo si usava dire: "Da che pulpito viene la predica?", ma il vecchio adagio andrebbe ora aggiornato in: "Da che trampolo viene la predica?". L'ultima trovata della creatività selvaggia proviene dal santuario ravennate di Santa Maria in Porto.
Domenica 30 ottobre, XXXI del Tempo Ordinario: nel rito romano si legge il Vangelo di Luca (19,1-10) con il celebre episodio di Zaccheo, l'uomo di bassa statura che per riuscire a scorgere Nostro Signore si arrampicò su un albero di sicomoro. Un concetto tanto difficile da spiegare? Fatto sta che il celebrante ha pensato di fare l'omelia sui trampoli, coperti da un panno verde con su delle foglie per simulare l'albero e mimare agli astanti la scena evangelica.
Da culto divino a gara di stravaganza: a tanto è ridotta la liturgia da quando lo slogan sottointeso è divenuto: "la fantasia all'altare". Venuto meno il senso del sacro, non resta che la pantomima. In fondo, però, al creativo prete ravennate è andata bene: chissà cosa avrebbe dovuto inventarsi se invece di Zaccheo le letture avessero menzionato l'eunuco!
SC