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AVEVA 82 ANNI

A Dio Cantoni, ha formato uomini per il Regno dei Cieli

Accento piacentino, look dannunziano, abito nero con bretelle bianche, oratore eccezionale. Parlava di Chiesa in maniera diametralmente opposta a quel che mi avevano insegnato. Ha salvato il cervello di tanti giovani sprovveduti, sedotti dalle sirene del loro tempo. Anche il mio. Un ricordo speciale di Giovanni Cantoni morto ieri a 82 anni. Domani i funerali. 
-BANDIERA CONTRO IL CONFORMISMO di Marco Respinti

Attualità 19_01_2020

E' morto ieri a Piacenza, sua città natale, alle'età di 82 anni Giovanni Cantoni. Cantoni, è stato tra i fondatori di Alleanza Cattolica e sicuramente ne è starto il leader più carismatico. I funerali si svolgeranno domani alle ore 15 presso la Basilica di Sant’Antonino a Piacenza. Ecco il ricordo di Rino Cammilleri, che lo ha conosciuto. 

Non si poteva essere uno studente brillante dell’ultimo anno di liceo nel 1968-69 senza rincretinire. E anch’io (come diceva Totò), modestamente, rincretinii. Giunto a Pisa per studiare Scienze Politiche mi ritrovai nel centro della rivoluzione e proseguii entusiasta nel rincretinimento. Ma poi qualcuno fece dire delle messe per la mia conversione (chi voglia saperne di più può leggersi il mio Come fu che divenni C.C.P., Lindau) e io, che della rivoluzione avevo imbroccato il ramo pannelliano, mi ritrovai c.c.p.: cattolico credente & praticante.

Solo che cambiare vita in modo così repentino significava ritrovarsi soli. Già: tutta la gente che conoscevo era d’ambiente libertino. Gli unici cattolici, a mia scienza, erano i quattro che avevo conosciuto nel bar per studenti che frequentavo e che consideravo poco meno che scemi. Con la coda tra le gambe chiesi proprio a loro (non avevo altro) accoglienza e mi portarono a sentire un tizio dall’accento piacentino e dal look dannunziano, calvo, abito nero con bretelle bianche.

Ma era un oratore eccezionale, capace di tenerti incollato a pendere dalla sue labbra per due ore (mentre chi ha frequentato una c.d. scuola di comunicazione sa che l’attenzione crolla, fisiologicamente, dopo sedici minuti). Parlava di Chiesa, di Medioevo, di Risorgimento, di Rivoluzione Francese in maniera diametralmente opposta a quel che mi avevano insegnato sui banchi di scuola. Era, seppi poi, apologetica allo stato puro e al grado massimo.

L’uomo, Giovanni Cantoni, aveva fondato un’associazione, in quel tempo, catatombale, Alleanza Cattolica, dove si studiavano libri introvabili e, oggi diremmo, politicamente scorretti come quelli di Cochin e di Gaxotte, di Servier e Schneider, di Sedlmayr e Del Noce, perfino Il Signore degli Anelli. Fu una folgorazione. Mi ci buttai a corpo morto, studiando come si dovrebbe studiare: non per dovere, ma per piacere. E non mi bastavano mai. Lo sprint fu tale che ebbi l’incoscienza di presentare una tesi di laurea su Donoso Cortés.

A Scienze Politiche di Pisa negli anni di piombo. Per farla breve, fu così che nacque quel che molti di voi, lettori della Bussola, conoscono come Il Kattolico. E la sua ormai ultraquarantennale produzione di libri, articoli, conferenze e romanzi di contenuto esclusivamente apologetico (anche perché ormai non saprei fare altro).

Tutto perché un uomo negli anni Sessanta cominciò a girare l’Italia con lo scopo di salvare il cervello di tanti giovani sprovveduti, sedotti dalle sirene del loro tempo, e formarli in vista del Regno dei Cieli. Pare che ciascuno di noi nasca con una missione, un progetto che Dio ha su ogni creatura, e che, nella nostra libertà, possiamo tradire condannandoci al fallimento o all’insignificanza. Giovanni Cantoni, a mio avviso, ha pienamente centrato la sua, di missione, della quale faceva parte anche la croce che dovette portare negli ultimi anni. Spero che il suo esempio dia anche a me, a noi, la forza di «conservare la fede» (come dice san Paolo) nella tempesta fino al traguardo.