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EDITORIALE

A chi interessano vita e famiglia?

I temi “eticamente sensibili” sono spariti dalle agende dei politici. E anche le aggregazioni in cui sono protagonisti i cattolici latitano sul tema. Per chi ha a cuore i «princìpi non negoziabili» manca un punto di riferimento.

Editoriali 30_11_2012
famiglia


C’è una fetta di popolo in Italia che non è molto interessata al chi vince delle primarie del Pd. Sui punti delle grandi questioni della vita e della famiglia, infatti, Bersani e Renzi la pensano pressappoco allo stesso modo. Allargamento della legge 40, divorzio breve, riconoscimento delle coppie omosessuali sono presenti nei programmi di ambedue. Si può dire che la vicinanza con Vendola renda Bersani più pericoloso da questo punto di vista. C’è però anche chi dice che più pericoloso vuol dire meno insidioso: lo si conosce, si sa dove vuole andare e si prendono le misure corrispondenti. Tutto sommato, dal punto di vista dei principi non negoziabili i due “pari sono”, o giù di lì.

C’è una fetta di popolo che si sta chiedendo dove siano andati a finire i controversi e dibattuti temi cosiddetti “eticamente sensibili” nell’attuale panorama politico. E soprattutto si chiede se nel prossimo futuro ci sarà qualche riferimento politico per coloro che li hanno a cuore.

Il 20 ottobre scorso due punti di questo possibile riferimento politico si cono confrontati tra loro. In quella data si erano tenuti in contemporanea Todi2 e il convegno di Magna Carta a Norcia. Fece scalpore il fatto che Forlani, segretario del Forum delle persone e aggregazioni cattoliche nel mondo del lavoro, principale protagonista a Todi1, non fosse andato a Todi2, ma avesse preferito recarsi a Norcia da Alfano e Quagliariello. E non è stato il solo. Sicché Norcia divenne come l’alternativa a Todi2.

In questi anni di governo del centro destra si era creato attorno a Magna Carta un gruppo di politici e intellettuali che hanno saputo dettare l’agenda all’intero governo sulle questioni legate ai principi non negoziabili, conquistando il consenso anche di una Prestigiacomo o di un Cicchitto. Il ministro Sacconi, il capogruppo al Senato Gasparri, il suo vice Quagliariello, anima di Magna Carta oltre che senatore, il sottosegretario Eugenia Roccella ed altri, aiutati da un gruppo agguerrito di intellettuali ed esperti che li supportavano dall’esterno, hanno in questi anni impedito che anche l’Italia fosse investita dallo tsunami legislativo sovversivo dell’ordine naturale nel campo della procreazione, della vita e della famiglia.

Quando Casini, per mantenersi le mani libere alle elezioni in vista di accordi con il Pd, disse che i principi non negoziabili non dovranno far parte dell’accordo di governo, ma essere lasciati liberi per convergenze trasversali in Parlamento, la Roccella, a nome del gruppo di Norcia, contestò il teorema, proponendo una opposta visione delle cose: il gruppo conservava la sua attenzione centrale ai principi non negoziabili e proprio su questo si proponeva come alternativo alla sinistra. Il 20 ottobre, a Norcia, si ritrovarono coloro che condividevano questa prospettiva.

E a Todi2? Per la defezione di Forlani e di altri, Todi2 non produsse granché. Solo una poco definita unione di intenti tra Bonanni (Cisl), Olivero (Acli), Costalli (Mcl) e in seguito il ministro Riccardi per una aggregazione di laici e cattolici di centro. Quando poi Luca Cordero di Montezemolo decise di fare la Convention per il lancio di se stesso e del programma “Verso la terza repubblica” fornì una unificazione a questo mondo. Il programma “Verso la terza repubblica”, però, non contiene alcun riferimento ai principi non negoziabili. Sicché la diversità con Norcia appare evidente. Inoltre questo raggruppamento è aperto ad accogliere Casini ed anche alcuni esponenti del cattolicesimo democratico ora collocati nel Pd. L’alternativa alla sinistra non è per niente chiara.

La situazione è in rapida evoluzione. Le primarie giovano senz’altro al Pd, basti vedere la propaganda fornita dai duelli all’americana Bersani-Renzi. Non altrettanto al Pdl. Se si faranno potrebbero arrecare più danni che benefici. Molti senatori e deputati del gruppo di Norcia, chiamiamolo così, non potranno ricandidarsi. Altri che si candideranno potrebbero non essere rieletti. “Verso la terza repubblica” potrebbe consolidarsi e trovare altri partner se riuscisse – come spera – a presentarsi come la parte di società civile e di politica che sostiene l’agenda Monti. Certamente Monti non potrà candidarsi alle elezioni in quanto senatore a vita, ma potrà essere incaricato dal nuovo Presidente della repubblica se una maggioranza che vince le elezioni lo chiedesse.

L’agenda Monti del resto non coincide con Monti, il quale potrebbe anche diventare Presidente della Repubblica e da là incaricare lui un premier che porti avanti la sua agenda. Ma anche l’agenda Monti non rassicura per niente sui principi non negoziabili.
Non si vede all’orizzonte un punto di riferimento politico per quella fetta di popolo italiano che mette al primo posto i principi non negoziabili.  Evidentemente il discorso del cardinale Bagnasco a Todi1 non è stato recepito e forse nemmeno ascoltato.