Woelki si dimette, ma non molla. Che deciderà il Papa?
Il cardinale Woelki ha stupito presentando le dimissioni da arcivescovo di Colonia. All’origine la gestione comunicativa del rapporto sugli abusi. Ma in una lettera pastorale parla della “possibilità di un nuovo inizio”. Gli oppositori lo criticano, ma tanti fedeli lo sostengono. Papa Francesco dovrà decidere se accettare o no le dimissioni.
L’inizio della Quaresima doveva coincidere con il suo ritorno alla guida dell’arcidiocesi di Colonia. In effetti, così è stato per Rainer Maria Woelki, ma con un’ulteriore sorpresa: le dimissioni presentate a Papa Francesco. La risposta da Santa Marta arriverà “a tempo debito”, un po’ come la sospensione di sei mesi concessa lo scorso settembre dopo aver visionato i risultati della visita apostolica precedentemente affidata al cardinale Anders Arborelius e a monsignor Johannes van den Hende. All’origine di tutto, come sappiamo, c’è la gestione comunicativa del rapporto sugli abusi commessi da sacerdoti nell’arcidiocesi tra il 1975 e il 2018.
Nonostante l’offerta delle dimissioni, però, il cardinale tedesco non sembra così intenzionato a farsi da parte: in una lettera pastorale ai fedeli ha parlato esplicitamente della “possibilità di un nuovo inizio” e ha chiesto “apertura” e “pazienza”. Inoltre, Woelki ha già annunciato di voler fare un giro di incontri coi fedeli per capire “come le cose possono andare bene” nell’arcidiocesi. Più che un congedo, le parole dell’arcivescovo sembrano esprimere la speranza di ricominciare da capo, assicurando però che non si farà “come se nulla fosse accaduto in questo periodo”. Una precisazione diretta a calmare gli animi nell’opinione pubblica a lui ostile e che è tornata a richiedere il suo allontanamento da Colonia.
La lettera, come prevedibile, non è comunque piaciuta ai suoi oppositori che gli hanno contestato di non aver fatto mea culpa durante il periodo di contemplazione interiore. In realtà, come chiarito già nel report poi pubblicato e come ricordato nel comunicato della Santa Sede di cinque mesi fa nel quale si annunciava la pausa, non risulta che l’arcivescovo abbia agito contro la legge nella gestione dei casi di abuso sessuale. Oltre a chi ha criticato Woelki per aver, di fatto, obbedito al Papa rientrando in servizio alla guida dell’arcidiocesi, c’è stato anche chi non ha apprezzato la decisione di presentare le dimissioni. Sull’autorevole rivista Cicero è comparso un articolo del giornalista cattolico Volker Resing secondo il quale “questo avanti e indietro danneggia la Chiesa, che non merita un teatro così poco dignitoso”.
Il rientro a Colonia di Woelki è stato accolto da manifestazioni di protesta del movimento Maria 2.0, ma non è mancato l’affetto dei tanti fedeli che in questi mesi gli hanno scritto per manifestargli vicinanza. Tra di loro anche il musicista quasi centenario Ludwig Sebus che lo ha salutato, ringraziandolo per il suo “coraggio” e dicendogli: “Abbiamo bisogno del nostro cardinale in città in un momento come questo”. A Woelki è stato fatto anche un omaggio floreale che ha accettato commosso.
L’arcivescovo ha ripreso la guida dell’arcidiocesi da monsignor Rolf Steinhäuser, l’ausiliare che ha concluso questo periodo di amministratore apostolico dicendo che ci sono “fratture più profonde di prima”. Adesso la decisione finale sul futuro di Woelki spetta a Papa Francesco. Il cardinale è stato avvistato dalle parti di Santa Marta nell’ultima settimana di febbraio in compagnia di monsignor Felix Genn, vescovo di Münster e uno dei più accreditati a sostituirlo a Colonia se il Pontefice dovesse accettare le dimissioni.