Vuoi abortire? Un'app indottrina i 13enni alla distruzione
L'ultima trovata targata Planned Parenthood: Roo, un nuovo programma di chat automatizzato pensato per replicare a qualunque curiosità i ragazzini possano avere sul versante sessuale. Un programma diabolico che annienta il primato educativo della famiglia.
Gli scandali agghiaccianti scoperti nelle sue cliniche, la presidenza di Donald Trump e il taglio dei finanziamenti pubblici, per non parlare della nomina del giudice pro life Brett Kavanaugh alla Corte Suprema, in teoria avrebbero dovuto impensierirla. In teoria. In pratica, la Planned Parenthood invece non solo finge di non accusare il colpo, ma rilancia la propria opera mortifera. E lo fa, in questo periodo, puntando sull’educazione sessuale; più precisamente, provando a dribblare sia le famiglie sia le stesse scuole allo scopo d’impartire ai più giovani determinati “insegnamenti” su temi etici.
In che modo? Grazie a Roo, un nuovo programma di chat automatizzato pensato per replicare a qualunque curiosità i ragazzini possano avere sul versante sessuale. Tecnicamente si tratta quindi di un chatbot, un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano e, nel caso specifico, per aiutare giovanissimi di età compresa tra i 13 e i 17 anni che «non hanno accesso all'educazione sessuale o hanno accesso solo a programmi che insegnano l'astinenza», come ha spiegato l’amministratore delegato di Planned Parenthood al Wall Street Journal.
Ovviamente siamo ironici, dato che Roo non fornisce alcun tipo di aiuto, anzi. Rappresenta una serissima minaccia, una sorta di virus appositamente pensato per annidarsi negli smartphone degli adolescenti. La natura minacciosa di quest’ultima trovata dei paladini dell’abortismo è immediatamente comprensibile nel momento in cui si va a vedere quali risposte fornisce agli utenti. A chi cerca informazioni sull’aborto, per esempio, viene spiegato che «l'aborto è un modo legale e sicuro per terminare una gravidanza» e che «ci sono molte ragioni per cui qualcuno può decidere di abortire e solo tu puoi decidere cosa è meglio per te».
Magnifico, si fa per dire: sembra proprio di sentir parlare uno di quegli intellettuali à la page che popolano i talk show. Stesse svenevoli banalità. Stesse semplificazioni. Stessa drammatica riduzione della soppressione di una vita umana innocente all’esercizio di quel che «uno si sente» di fare. Attenzione però, perché siamo solo l’inizio. Nel momento in cui un tredicenne consulta Roo per sapere quale sia l’età giusta per il primo rapporto sessuale, si sente rispondere che «si tratta di scegliere l'età giusta per te, che potrebbe essere totalmente diversa dall'età giusta per le altre persone. Fai tu». Tutto ciò che il software sa dire ai giovanissimi, insomma, è che quella di avere un rapporto sessuale è una «grande idea», sorvolando su qualsivoglia implicazione.
Anche perché a chi intende effettuare un controllo delle nascite «senza che i genitori lo sappiano», Roo spiega che per questo, e molto altro, c’è Planned Parenthood. No problem. Ora, se si vuole ci si può chiaramente pure, per un attimo, riderci sopra. Ma è di tutta evidenza come questo nuovo programma abbia qualcosa di diabolico non soltanto per l’edonismo autodistruttivo che veicola, ma perché annienta il primato educativo della famiglia e lo fa vantando una credibilità fasulla, ma alla quale il tredicenne di turno può purtroppo credere. Nella mente dei ragazzini, infatti, l’idea che esista un programma che offre determinate risposte, lascia automaticamente intendere che si tratti di qualcosa di serio; e che chi l’ha pensato la sappia lunga, quando invece è vero il contrario.
Volete la prova? Alcuni attivisti pro life hanno pensato bene di sottoporre al pionieristico gioiellino di Planned Parenthood delle semplici domande, del tipo «quando inizia la vita umana? » o «la vita umana inizia dal concepimento?». La risposta di Roo: nessuna. Silenzio. Per forza: è stato progettato per plagiare, non per far pensare. Per diffondere un’ideologia ben precisa, non certo per fare i conti con la realtà.