Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
LETTERA

Votare sta diventando inutile, ma i cattolici non gettino la spugna

Dopo aver assistito a trasformismi e cambi di casacca, alleanze fra partiti che fino al mese scorso si insultavano, oltre alla formazione di un esecutivo formato da due partiti sconfitti alle urne, viene da chiedersi se il voto serva ancora. I cattolici non devono gettare la spugna, iniziative come Esserci e Mcl danno il buon esempio.

Politica 29_08_2019
Il voto

Caro direttore,

oramai è chiaro: per governare l’Italia, occorre perdere le elezioni. E’ la realtà. Se vanno a buon fine le trattative giallorosse, sarà la quarta volta che il PD, in varie forme, accede all’esecutivo dopo avere subito pesanti sconfitte elettorali. Renzi torna al potere dopo avere dimezzato i voti del suo partito. I grillini si permettono di cambiare casacca (come usano tanti fantini del Palio di Siena) dopo avere perso più di un terzo dei propri voti. Perdere per governare: questa è la nuova formula democratica che si sta imponendo nel suolo italico.

Ma, dicono, l’arbitro non può che rifarsi ai numeri presenti in aula, sempre più tetra peraltro. Penso, però, che se stiamo all’immagine dell’arbitro (attribuito a Mattarella), questi dovrebbe avvalersi, nei casi gravi, di quanto mostra il VAR, il quale, non solo alla moviola, testimonia che il governo rosso giallo è in fuorigioco e lo è per molti metri (non per pochi centimetri come Ronaldo), essendo molto lontano dal 50% che una sana democrazia dovrebbe richiedere. Del resto, oramai tanti regimi democratici si reggono su numeri molto bassi. Per esempio, in Italia quasi tutti i sindaci sono stati effettivamente eletti dal 25-30% dei cittadini. Il saccente Macron guida la Francia con il 25% dei voti e la stessa cosa accade in Inghilterra. Ma non sono esempi da imitare. Soprattutto, è incivile dare il potere esecutivo a chi si sa, con certezza, che non rappresenta il popolo italiano. Altrimenti, votare è inutile?

Caro direttore, volevo comunicarti questa mia impressione, che mi sembra la più oggettiva e indiscutibile, anche se molte altre cose si potrebbero dire su questa infelice circostanza che il nostro Paese sta vivendo. Essa è condotta da veri e propri comici, anche se non c’è nulla da ridere. Fra le comiche, ricordo che Giggino, poco più di un anno fa, voleva votare la sfiducia a Mattarella, che ora definisce uomo saggio; ricordo che tutto il PD proclamava “mai con M5S”; ricordo che il più acerrimo nemico dei grillini appariva l’ondivago Renzi; ricordo che Zingaretti aveva chiesto una discontinuità a cui ora pare non tenga più tanto. Tutte queste comiche, purtroppo, non fanno che allargare la distanza tra la politica e la gente, il che, probabilmente, provocherà un aumento vertiginoso dell’astensionismo, visto che votare sta diventando inutile.

Se questa è la preoccupante realtà, penso che i cristiani non debbano abbandonare il campo di battaglia ed abbiano il dovere di lottare per ricostituire dalla base un punto di riferimento culturale solido e legato alla dottrina sociale della Chiesa, sull’onda di quanto messo nero su bianco, in occasione delle elezioni europee, da Mcl e dall’associazione culturale Esserci. Un grande impegno che deve coinvolgere, innanzi tutto i laici, senza dare troppo retta a quei preti che sembrano appartenere di più al PD che a Santa Romana Chiesa.

Al lavoro, dunque! Il popolo vero è più saggio e realistico dei comici e delle loro comiche.