Vittima 2 volte dell'ideologia Lgbt: prof licenziato
Robert Oscar Lopez è un ex bisessuale cresciuto con due donne lesbiche e da quando denuncia l'ideologia Lgbt, adozioni dei bambini compresa, è già stato licenziato due volte dalle Università. Per giunta è cattolico e così viene discriminato due volte.
Nell’era del politicamente corretto vige una regola non scritta ma ferrea: le cosiddette famiglie arcobaleno sono tutte felici e ad ogni occasione, come tali, vanno celebrate. Lo prova, tra i tanti esempi, l’ovazione mediatica per Sanna Marin, la neopremier finlandese in carica da poco ma subito incensata non tanto perché competente bensì in quanto «figlia di due mamme». Che la Marin, in realtà, non sia affatto «figlia di due mamme» ma sia stata cresciuta, dopo il divorzio, dalla madre con la sua compagna, risulta un trascurabile dettaglio: ciò che conta è presentare quelle arcobaleno sempre come le nuove famiglie Mulino Bianco.
Diretta conseguenza di detta impostazione di pensiero è la riduzione in silenzio di chiunque, sul tema, abbia idee diverse. Ne sa qualcosa il professor Robert Oscar Lopez, ex bisessuale di 48 anni e, soprattutto, figura nota al mondo pro family anche italiano per il fatto che egli è stato cresciuto da «due mamme» ma non lo considera un vanto, anzi: è «convinto che una famiglia omosessuale non è un ambiente adatto in cui crescere un bambino». Per questa opinione, suffragata dall’esperienza personale (a Lopez non si può certo obiettare che ignori l’argomento), l’uomo è stato oggetto di una vera e propria persecuzione.
Negli anni gli sono infatti toccati accuse infondate, gogna pubblica, persino un video in cui si rendevano noti il suo indirizzo di casa e il numero di telefono. Fino al 2016, quando Lopez ha perso la cattedra che aveva: quella di Letteratura americana alla California State University di Northridge. Poi un po’ di pace? Niente affatto. Nonostante ora il tema delle nozze gay sia meno rovente di qualche anno fa, Lopez – che ha pure l’imperdonabile colpa di essere cattolico, e che offre volentieri la propria testimonianza controcorrente di «figlio» Lgbt - non viene ancora lasciato in pace.
È difatti di questi giorni la notizia che l’insegnante è stato nuovamente messo sulla strada, questa volta dal Southwestern Baptist Theological Seminary. L’istituto ovviamente nega di aver allontanato Lopez, spiegando che c’è solo stato un cambio nella programmazione della didattica e che, comunque, il docente non avrebbe osservato non meglio precisate direttive interne. Il classico giro di parole, insomma, per cacciare qualcuno dal posto di lavoro senza volerne spiegare le ragioni. Ragioni che Lopez, invece, ha ben chiare.
«Sono stato lasciato a casa dopo aver predicato il Vangelo e aver parlato di abusi sessuali e sessualità», sostiene. «Semplicemente insegnavo che, con l'aiuto di Gesù Cristo, le persone possono superare l'omosessualità, e stavo discutendo di abusi sessuali tra persone dello stesso sesso». Che il vero problema dell’allontanamento di questo docente sia il suo coraggio nella difesa della posizione morale cristiana sarebbe provato da un precedente. A settembre, infatti, Lopez afferma di aver incontrato la dirigenza della South western, la quale gli ha fatto presente che, se voleva tenere la cattedra, avrebbe bisogno di rivedere la sua ottica sull'omosessualità.
Così il professore è stato costretto a scegliere tra la cattedra le la coscienza, optando meritoriamente per la seconda. Una scelta che egli deve aver fatto senza tentennamenti, considerando la nettezza delle sue posizioni (ritiene l’odierno movimento Lgbt, di cui lui stesso faceva parte fino a pochi anni fa, «motore del male storico mondiale»). Ciò non toglie, tuttavia, la gravità di quanto accaduto nei confronti un docente che, oltre a dare la propria testimonianza, intende portare avanti una ricerca fondamentale: quella «sulle vittime dell'ideologia Lgbt: le vittime di abusi sessuali, le persone vittime di bullismo in un'identità gay, le persone plagiate da affermazioni secondo cui “si nasce così”». Una ricerca che speriamo Lopez non molli perché potrebbe portare chiarezza, soprattutto in questa fase babelica, anche in casa cattolica.