Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

VISTO E MANGIATO

Visita a Sabbioneta, la Piccola Atene dei Gonzaga

L'itinerario offre l'occasione di conoscere la storia di un’antica comunità ebraica la cui presenza nel territorio è attestata dal XV secolo.

Visto e mangiato 08_10_2011
Sabbioneta

opera arteI nostri itinerari hanno per filo conduttore tematiche legate alla tradizione e all’anno liturgico cristiano. In questo caso vogliamo tributare un momento d’attenzione ai nostri “fratelli maggiori”, come Giovanni Paolo II ha definito i custodi della tradizione ebraica. L’occasione è la solennità di Yom Kippur, Il giorno dell’espiazione, che quest’anno ricorre sabato 8 ottobre. In questo giorno santo e solenne gli ebrei di tutto il mondo osservano un rigoroso digiuno che testimonia il pentimento per le colpe commesse e il desiderio di riconciliazione con Dio e con gli altri uomini; nelle sinagoghe il servizio religioso comincia alla sera di vigilia e la preghiera comunitaria dura tutto il giorno di kippur. Immaginiamo che questo avvenga ancor oggi nella piccola Sinagoga di Sabbioneta, come avveniva nell’Ottocento, quando la locale comunità ebraica poté edificare un nuovo tempio in quella che alla fine del Rinascimento era diventata “la piccola Atene dei Gonzaga”.

I motivi per visitare Sabbioneta sono molti, e non ultimo è quello di poter ricostruire la storia di un’antica comunità ebraica la cui presenza nel territorio è attestata dal XV secolo. Nel 1436, per concessione di Francesco Gonzaga a Sabbioneta aprì il primo banco di prestito gestito dai fratelli Bonaiuto e Bonaventura da Pisa e si formò una piccola comunità di rito italiano. Si ricordano, nel corso del Cinquecento, alcune significative figure di rabbini quali Azriel Daiena e Graziano Treves e nel 1551 venne aperta l’importante stamperia di Tobia Foà. Sotto il dominio dei Gonzaga gli ebrei non dovettero subire l’ingiuria della segregazione nei ghetti e di altre restrizioni, e lo stesso avvenne dopo il 1746, quando la cittadina passò sotto la diretta influenza dell’Impero D’Austria. Nel 1824, evidente segno di prosperità e serenità, la comunità sabbionetana decise di rinnovare la propria sinagoga, arricchendo la già splendida cittadina di un nuovo punto di interesse religioso, artistico e culturale. La sinagoga sorge in via Bernardino Campi (informazioni per la visita al numero 0375 221044) e vi si accede da un portico formato da eleganti colonne in marmo. Il progetto è dell’architetto Carlo Visioli e costituisce un semplice ma elegante esempio di architettura di gusto classico, che ben si integra con la specificità del luogo. Le pareti dell’aula quadrangolare del Tempio sono decorate con trompe l’oeil che imitano superfici in marmo policromo e il soffitto è impreziosito da eleganti stucchi. Particolarmente raffinata è la struttura dell’Aròn, il particolare “armadio” destinato a custodire i rotoli della Torà, protetto da un cancelletto in ferro battuto è posto in mezzo a due colonne corinzie sormontate da un timpano triangolare.

Per completare un itinerario ebraico a Sabbioneta si può sostare davanti a Palazzo Forti, in via Accademia, dimora di una della famiglie ebraiche più importanti della cittadina; visitare il Museo di Arte Sacra, dove sono conservati oggetti liturgici ritrovati in una casa di ebrei locali; leggere la lapide posta sotto il portico della Chiesa dell’Incoronata, in cui si ricorda il lascito di Leone Donato Forti che nel 1826 riscattò la chiesa, sconsacrata durante la conquista napoleonica, e la donò alla comunità cristiana, ed infine uscire dalla Porta Imperiale, recarsi in località Borgofreddo e visitare il cimitero ebraico, in disuso dalla fine degli anni Trenta, le cui lapidi sono state recentemente restaurate.

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Una visita a
SABBIONETA
Per gli acquisti golosi:

A Sabbioneta merita la sosta, la Pasticceria Atena (via Vespasiano Gonzaga 41 • tel. 037552309), un luogo del gusto diventato vero punto di riferimento per tutti gli amanti dell’arte pasticcera. Qui i grandi dolci della tradizione del territorio. Da provare la sbrisolona nella versione originale, i Filòs, biscotti caserecci con noci, nocciole, pinoli e cioccolato, l’Anello del monaco (pasta lievitata ripiena di crema, nocciole tostate e rosolio all’arancia).

Per i vini:

la sosta sarà a Quistello, alla Cantina Sociale (via Roma 46 – tel. 0376618118), autentico fiore all’occhiello del mantovano. Qui producono vini dall’eccellente rapporto qualità prezzo. Da provare il pluripremiato Gran Rosso del Vicariato di Quistello, dal profumo invitante di ciliegia e frutta rossa, e dal sorso fresco e appagante. Ideale in abbinamento con risotti e secondi a base di carni bianche.

Per mangiare:

Nel mantovano è indirizzo imperdibile La Locanda delle Grazie (fraz. Grazie - via Pio X, 2 tel. 0376348038). Visitato il Santuario delle Grazie, con le sue sculture lignee commoventi (vale il viaggio). Entrate in questa osteria, proprio di fronte, e gustate salami gonzagheschi e sottaceti, poi i tortelli di zucca (qui, da manuale), o il riso alla pilota, o ancora i maccheroncini al torchio con lo stracotto d’asino. Tra i secondi, da provare il cappone alla Stefani in insalata, o il cotechino coi verzit. Chiuderete felici con il salame di cioccolato e la meringata con zabaione.

Per dormire:

A Sabbioneta è indirizzo molto valido l’ Albergo Giulia Gonzaga (tel.0375 528169  - via Gonzaga 65), che trovate in pieno centro storico, ospitato in un’originaria dimora cinquecentesca. A  disposizione dei clienti giardino, parcheggio interno, internet gratuito, noleggio biciclette.