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LA VITA DI GESÙ NELL'ARTE / 26

Vincenzo Foppa e il "buon ladrone"

Tra le opere più importati di Vincenzo Foppa, tra i principali animatori del Rinascimento lombardo, c'è Cristo crocifisso tra i due ladroni, in cui spicca l'immagine del ladrone che si affida a Gesù, una riflessione sui misteri della fede e la benevolenza dello Spirito Santo che con la sua luce ha illuminato lanima fratturata del ladro, che negli ultimi istanti della sua vita ha abbracciato” Gesù.
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Cultura 04_07_2022

Oltre a Ponzio Pilato, una delle persone con le quali Gesù si è relazionato prima di morire è stato il buon ladrone, lunico cristiano contemporaneo di Cristo”, come afferma Kierkegaard.

Questuomo è stupefacente per il fatto che nessuno si aspetta niente da lui: rappresenta, in fondo, la feccia della società. Eppure, in quel momento così disperato e supremo, dà prova di una grandeur che nessuno ha. Ricordiamoci che la quasi totalità degli apostoli rimane nascosta (e rinnega, in modo più o meno esplicito, il legame con il proprio maestro), mentre questo malfattore sceglie di confidare in Gesù.

SantAgostino scrive: Che fede! A una simile fede non so cosa aggiungere. Coloro che hanno visto Cristo risuscitare i morti hanno vacillato. Egli invece ha creduto in colui che vedeva appeso al legno accanto a sé. Nellistante stesso in cui i primi hanno vacillato, egli ha creduto”.

Cosa spinge quelluomo privo di moralità, di legge, di princìpi, mostrare una fede cieca e totale in quellillustre compagno di agonia che tutti, o quasi, sembrano aver abbandonato? Perché ha creduto? Che ispirazione lo ha spinto a fidarsi del potere infinito di Cristo?
Forse lo Spirito Santo, con la sua luce, lo ha illuminato, dandogli la capacità - in quell'istante di sofferenza - di trovare la speranza. Speranza in quelluomo straziato, che come lui, era appeso lì, su quella croce, in attesa della morte. Sono i miracoli della fede.
San Giovanni Crisostomo e santa Teresa di Lisieux hanno nutrito un forte affetto per il suo gesto, per le sue umili parole, per la sua sincerità. In un solo momento quelluomo si è redento e sicuramente è morto in pace.

Tra le opere darte che immortalano quel momento così supremo, c’è uno splendido dipinto di Vincenzo Foppa del 1456, intitolato Cristo crocifisso tra i due ladroni, detto anche I tre crocifissi, che fa parte della collezione del Museo dellAccadermia Carrara di Bergamo.

Per Giacomo Carrara, aristocratico e grande collezionista darte, nonché sensibile mecenate, questa opera era lorgoglio della sua collezione. Infatti la Collezione Carrara era talmente vasta, da non trovare a un certo punto più spazio allinterno delle dimore di famiglia. Perciò, per custodirla come si deve, Carrara fece costruire un edificio ad hoc ai piedi di città alta (lattuale Accademia Carrara di Bergamo).
Si tratta di unopera misteriosa, di cui si ignorano committenti e destinazione dorigine, che riappare allindomani dellacquisizione in una lettera del nobiluomo datata 18 luglio 1764.

Ma chi era Vincenzo Foppa? Nato a Brescia nel 1427 circa, Foppa è stato tra i principali animatori del Rinascimento lombardo prima dell'arrivo di Leonardo da Vinci a Milano.
La sua formazione è stata essenzialmente legata al mondo cortese, molto presente nella prima metà del XV secolo in tutta la Lombardia. Le influenze sulle prime opere, come accadde anche nel caso di altri pittori lombardi, furono peraltro molteplici, dai toscani (Donatello, Paolo Uccello, Filippo Lippi) filtrati attraverso la mediazione della scena artistica padovana, in particolare da Mantegna, alla cultura veneta, provenzale e fiamminga, oltre naturalmente al mondo fiabesco del gotico internazionale che aveva in Milano e nella Lombardia intera uno dei centri più significativi dItalia.

Le prime opere conosciute del Foppa sono un San Bernardino e la Crocifissione, realizzate facendo evolvere i modelli ben presenti di Gentile da Fabriano e Jacopo Bellini.
Tra il 1455 e il 1456, dopo essere passato forse per Mantova, Foppa si stabilì con la famiglia a Pavia, nel Ducato di Milano, allora soggetto alla signoria degli Sforza. Qui realizzò molte opere di grande bellezza che lo resero famoso, come San Girolamo penitente e la Crocifissione.
Nel 1461 Foppa si recò a Genova dove affrescò la cappella dei priori di San Giovanni nella Cattedrale, realizzando anche un polittico in San Domenico (opere perdute). Nella città ligure, attraverso forse l'esempio di Donato de' Bardi, venne a un più stretto contatto con la pittura fiamminga, come è evidente dalla Madonna col Bambino per la chiesa del Carmine di Pavia, firmata e datata 1463.

Negli ultimi anni l'artista rientrò a Brescia, forse per rifuggire dal bramantismo e dal leonardismo imperante, e qui visse appartato fino alla morte, dipingendo, insegnando e ponendo le premesse per lo sviluppo di una rigogliosa scuola locale. Databile proprio al 1492 è un polittico oggi smembrato, La Natività di Gesù: originariamente la tavola centrale si trova nella chiesa di Santa Maria Assunta di Chiesanuova, quartiere ovest di Brescia, mentre i due pannelli superstiti, raffiguranti Santa Apollonia e San Giovanni Battista, sono custoditi nella Pinacoteca Tosio Martinengo.

Questa orgogliosa chiusura nei confronti delle novità era ben visibile anche nella sua ultima opera milanese, la Deposizione (1498) dipinta per la chiesa di San Pietro in Gessate su commissione di Renato Trivulzio, in seguito trasferita a Berlino e andata distrutta nel corso della seconda guerra mondiale.
Nella sua schiva austerità il Foppa probabilmente non avvertì la portata storica del suo messaggio che costituì certo il nodo più vitale dell'arte lombarda per più di un secolo. Foppa si è spento a Brescia, probabilmente nel 1515.

Fra le sue opere, Cristo crocifisso tra i due ladroni, opera giovanile dell’artista, è unopera cardine nella storia dellarte. Secoli dopo essere stata dipinta, ci dà lemozione che forse ha dato anche a chi lha guardata per la prima volta.
Ci viene spontanea la riflessione sulla complessità dellanimo umano, sui misteri della fede e la benevolenza dello Spirito Santo che con la sua luce ha illuminato lanima fratturata del ladro, che negli ultimi istanti della sua vita ha abbracciato” Gesù.

Opera analizzata in questo articolo:

Cristo crocifisso tra i due ladroni (detta anche I tre Crocifissi)
Autore: Foppa Vincenzo (1417 ca.-1515 ca.)
Cronologia: 1456
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tavola/ pittura a tempera
Misure: 38,8 cm x 68,5 cm
Bergamo (BG), Accademia Carrara - Museo.