Vince, ma è un uomo
Vince nei campionati studenteschi femminili di salto in alto un atleta trans. In tal modo le vere campionesse non potranno mai emergere.
Vince. Ma è un uomo. L’11 febbraio scorso l’atleta Maelle Jacques, questo il nome anagrafico, ha vinto la competizione di salto in alto di seconda divisione gestita dalla statunitense NHIAA (New Hampshire Interscholastic Athletic Association) della Plymouth State University. Particolare non trascurabile: Maelle è un uomo.
Quest’ultimo ha saltato quasi un metro e 60 staccando di due centimetri e mezzo – una enormità – la studentessa arrivata al secondo posto (Savanna Comeau aveva saltato più in alto di lui ma complessivamente, conteggiando anche gli altri salti, non è riuscita a guadagnarsi il primo posto).
Naturalmente questo atleta avrebbe sfigurato nei paralleli campionati scolastici maschili: l’altezza che ha permesso di agguantare il primo posto infatti è stata di 1,87.
L’indignazione tra le ragazze concorrenti e non solo è giusta: un uomo è avvantaggiato rispetto alle donne. Ed è per questo che esistono due categorie distinte. E così il buon Maelle non ha permesso alla vera campionessa di salto in alto di vincere e di farsi strada in futuro come numero 1. Questa sì che è discriminazione.