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Vescovo morto: ora anche in Camerun la fede può costare

Il vescovo morto insieme ad una lunga lista di sacerdoti e religiosi: la versione dello Stato e quella della Chiesa, e il clima di terrore e psicosi in un paese a maggioranza cristiana.

CAMERUM. La profanazione della cattedrale di San Sebastiano a Bafia, nel centro del paese, ha riacceso l’attenzione sulla morte in circostanze ancora da chiarire di Monsignor Jean Marie Benoit Balla, vescovo di Bafia, i cui resti sono stati inumati nella cattedrale. Monsignor Balla si era assentato da casa nella notte tra il l'1 e il 2 giugno e non vi aveva più fatto ritorno. Il suo cadavere, sembra gravemente mutilato, era stato trovato il giorno seguente in un fiume. Secondo le autorità del Camerun l’autopsia ha dimostrato che il sacerdote si è suicidato. La Chiesa invece si dice certa che si tratti di omicidio. Nel corso degli anni diversi altri sacerdoti e religiosi sono stati uccisi in Camerun e i colpevoli sono rimasti impuniti. La mattina del 28 agosto tracce di sangue sono state rinvenute sulla tomba di Monsignor Balla, sui gradini della chiesa e su un libro sacro. La cattedrale è stata subito chiusa al pubblico e riaperta solo dopo l’esecuzione dei prescritti riti di purificazione. Nei giorni successivi, inoltre, una psicosi si è diffusa quando si è sparsa la notizia della morte accidentale di uno degli agenti di polizia che avevano scortato il corteo funebre del vescovo e di un meccanico che gli era molto vicino. Voci infondate secondo cui sarebbero morti anche l’autista, la cuoca e il giardiniere di Monsignor Balla stanno creando ulteriore sconcerto tra la gente.