Veneto, una festa per la famiglia naturale
In Veneto, regione tradizionalmente "bianca", non si sono mai dimenticati della difesa della famiglia naturale. Di fronte all'assalto gender, è stata approvata una legge regionale che istituisce la Festa della Famiglia, proprio a in prossimità del Natale. Parla Arianna Lazzarini (Lega Nord) che l'ha proposta.
Non c’è ombra di dubbio: certe idee, sulla vita, l’uomo, la famiglia, sono ancora il patrimonio, più o meno esplicito, di moltissime persone, ma trovano ben poca rappresentanza, in tv, sui giornali… ed anche in politica. Ci sono evidenti motivi per cui questo accade. Non soltanto perché scarseggiano politici con determinate convinzioni, ma anche perché quelli che le hanno, se le tengono ben strette, e nascoste. Per non subire attacchi e delegittimazioni. Ciò non toglie che ci siano persone che con coraggio e determinazione, ritenendo che la politica possa essere una nobile forma di carità, provano sfondare il muro del pensiero unico, e mettendo in conto qualche attacco, ma anche tanto consenso popolare, perseguono la realizzazione di leggi conformi ai principi non negoziabili. Non sarà la politica a salvare la famiglia, ma certo la politica può contribuire, enormemente, a distruggerla, oppure a permettere che essa abbia le condizioni necessarie e sufficienti per prosperare. E’ per questi motivi che va salutata con gioia, come portatrice di speranza, come stimolo per molti ad osare, la legge della regione Veneto che istituisce ogni anno la festa della famiglia, proprio in prossimità del Natale.
Abbiamo intervistato Arianna Lazzarini, giovane consigliere della Lega Nord in Veneto, e promotrice della suddetta legge.
Gentile consigliere, il Veneto è una regione tradizionalmente bianca, che però da anni sembra poco attenta alla promozione e alla difesa dei valori che la hanno caratterizzata per secoli. Anche la giunta Galan, pur votata da molti cattolici, ha sempre ignorato certe tematiche, forse considerate scomode e politicamente infruttuose. Come mai, secondo Lei?
Non è un’analisi del tutto corretta, e a testimoniarlo sono i numeri tratti dal Bilancio. Partiamo dal 2008: l’allora Giunta Galan destinava al Sociale oltre 754 milioni, la maggior parte dei quali (quasi 700 milioni) per servizi alla Famiglia e per l’inserimento di disabili o anziani. Oggi con la Giunta Zaia i fondi per il Sociale sono aumentati a 832 milioni, nonostante la crisi e i tagli da Roma che continuano a togliere risorse alle Regioni. Consideriamo poi che il Veneto non ha mai fatto mancare risorse alle famiglie per l’istruzione dei figli nelle scuole paritarie, dagli asili in poi, considerando questo un diritto fondamentale in una comunità che si basa da sempre su valori tradizionali e nella quale le scuole cattoliche svolgono un servizio preponderante per tutti i cittadini. C’è da dire che oggi, con la Giunta Zaia, si è virato in maniera decisa verso misure specifiche per la Famiglia. Mi sono adoperata per questo, in particolare proponendo e facendo approvare la legge 29/2012 che crea un Fondo per genitori soli in difficoltà, per aiutarli nel pagamento delle bollette, dell’affitto o delle spese sanitarie. Il 14 ottobre poi il Consiglio Veneto ha approvato la mia mozione, cui la Giunta ha dato corso, per la tutela della Famiglia naturale attraverso l’istituzione di una Giornata annuale che la celebri e il rigetto delle linee guida del “Documento standard per l’educazione sessuale in Europa”, tra le quali figura la masturbazione infantile proposta già dagli asili nido.
Da qualche tempo alcune personalità impegnate in politica hanno iniziato a proporre la difesa e la promozione della famiglia come qualcosa di importante e necessario, per il bene comune. Anche se questo può portare ad attacchi e polemiche spesso ideologiche e pretestuose. Ma esiste ancora un popolo per la famiglia, in Veneto?
Io credo che questo “popolo”, silenzioso ma attivo quotidianamente nelle nostre comunità, non solo esista, ma anche sia la maggioranza dei cittadini veneti. Attenzione, faccio un distinguo: io rispetto la sensibilità sessuale di tutti, ma un conto è essere una coppia, un altro è essere Famiglia. Con questo significato, stia certo, è d’accordo l’assoluta maggioranza dei veneti: la Famiglia non può che essere quella tradizionale composta da papà e mamma che educano dei figli, comunità di valori etici e sociali essenziali per il benessere dei propri membri, in primis i minori. E’ un concetto talmente banale da non far rumore, da non alimentare polemiche, anche quando chi lo porta avanti è vilipeso o definito come “omofobo” semplicemente perché pensa che la Famiglia sia una e una sola, quella naturale.
Ci può illustrare i contenuti della sua mozione che istituisce la festa della famiglia?
Partiva dalla constatazione di quanto accade in molte scuole italiane, dalle fiabe gay negli asili di Venezia, alle sitcom proiettate in numerosi Istituti con critiche alla famiglia tradizionale; dall’eliminazione della festa del papà, sostituita da una più generica “festa delle famiglie”, al “consiglio” da parte dell’Unar (Ufficio anti discriminazioni razziali del Ministero del Lavoro e del Sociale) di far conoscere ai bambini il matrimonio e l’amore anche tra due donne. Casi purtroppo frequentissimi, che hanno l’evidente obiettivo di destrutturare la famiglia naturale, impartendo agli studenti fin da ragazzini un percorso scolastico spesso non gradito ai loro genitori e comunque lontano dalla libertà educativa sancita dalla Costituzione. Pertanto a luglio ho presentato una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di istituire la “Festa della Famiglia naturale” fondata sull’unione fra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente in scuole, associazioni ed Enti, la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali. Nella mozione inoltre chiedevo alla Giunta di attivarsi presso il Governo perché non sia applicato il “Documento standard per l’educazione sessuale in Europa”, redatto dall’Oms, che di fatto ignora i genitori come responsabili dell’educazione dei figli e prevede per la fascia di età tra i 4 e i 6 anni l’introduzione della masturbazione infantile precoce e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschi o femmine. Questi contenuti, approvati dal Consiglio veneto a larghissima maggioranza, eccettuati i consiglieri del Pd e di altri partiti di opposizione, sono stati recepiti in toto dalla Giunta Zaia, che ha fissato la Festa della Famiglia tradizionale nelle scuole per l’ultimo giorno utile prima della pausa natalizia. E sono diversi i sindaci che aderiranno con proposte proprie, a testimonianza del fatto che il “popolo per la Famiglia”, se adeguatamente rappresentato nelle Istituzioni, sa “uscire allo scoperto” in un momento in cui la crisi rischia di coinvolgere anche valori fondamentali per la nostra comunità.