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Induismo

Vandali in una chiesa in India. Attacchi e minacce ai cristiani tribali

I fondamentalisti indù fomentano diffidenza e sospetti nei confronti dei cristiani. Sotto la loro influenza interi villaggi si rivoltano contro la presenza di famiglie cristiane

 

In India, nell’Andhra Pradesh, la chiesa di santa Maria Maddalena a Mandapeta, nella diocesi di Eluru, è stata profanata. Una o più persone hanno deturpato a colpi di martello una statua di Gesù e una della Madonna situate all’ingresso. Le telecamere hanno ripreso un uomo che potrebbe essere uno dei vandali, ma per il momento le autorità che hanno aperto una indagine non hanno ancora ottenuto risultati. Di recente nell’Andhra Pradesh si sono verificati diversi attacchi a luoghi di culto. In alcuni casi sono stati presi di mira anche dei templi indù. L’atto vandalico è stato commesso nella notte del 22 settembre. Poche ore prima, nel Chhattisgarh, un gruppo di fondamentalisti indù ha attaccato un cristiano nel villaggio di Kakdabeda e gli ha distrutto la casa. Il giorno successivo sono state attaccate e seriamente danneggiate 14 abitazioni di cristiani in un villaggio vicino, Singanpur. Inoltre oltre 1.500 abitanti dei due villaggi e di un terzo, Tiliyabeda, istigati dai nazionalisti indù hanno partecipato a una manifestazione s Singanpur organizzata per chiedere che i cristiani dei loro villaggi vadano a vivere altrove. Per rimanere esigono che tornino al culto induista. Le forze dell’ordine ancora non sono riuscite ad allentare la tensione. Nello stato del Chhattisgarh dal 2000 è entrata in vigore una legge che proibisce la conversione dall’induismo ad altre religioni. Gli estremisti la usano per diffondere diffidenza e odio nei confronti dei cristiani, soprattutto quelli tribali, e suscitare sospetti che guastano i rapporti tra gli abitanti dei villaggi. “Essere un cristiano tribale – commenta il presidente del Global Council of Indian Christians Sajan K George – vuol dire vivere in totale precarietà, esposti a ogni attacco e a ogni falsa accusa”.