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ARGENTINA

"Vamos a la playa", celebra il vescovo rivoluzionario

Le sconcertanti immagini del vescovo argentino che celebra in spiaggia in bermuda mostrano chiaramente che il percorso della Teologia della Liberazione ha dato i suoi "frutti". Infatti Eduardo Minarro è con molti altri neo vescovi, il figlio della stagione di rifiuto della dottrina e di una insufficiente preparazione teologica. Ora da vescovi contestano la Chiesa e diffondono un credo in contrasto con la fede. 

Ecclesia 07_02_2019

Durante la celebrazione della Giornata mondiale della Gioventù di Panama un vescovo argentino ha celebrato una messa in una spiaggia del Paese centroamericano, accompagnato da amici e amiche. Il prelato celebrante è monsignor Oscar Eduardo Minarro, vescovo ausiliare della diocesi di Merlo-Moreno, situata in una delle regioni dell’hinterland di Buenos Aires a 50 km dalla capitale. 

Come riferisce il sito Adoracion y Liberacion, il celebrante era vestito con bermuda e sandali da spiaggia accompagnato da giovani in maglietta e donne con teli da bagno. La mensa d’altare era la sabbia, su una coperta, con bottiglie di plastica e un recipiente per il mate (tipica bevanda argentina ndr.) utilizzato come calice. 

Il vescovo argentino era accompagnato da un concelebrante con addosso una stola della Gmg di Madrid 2011. 

Se non si conoscesse l’identità del celebrante, nel vedere le immagini, si sarebbe potuto pensare a una parodia di un gruppo di ribelli antisistema, tipico degli anni ’70. Più che celebrare un culto a nostro Signore Gesù Cristo, monsignor Miñarro e i suoi amici sembrano celebrare un culto alla natura, senza alcuna concessione al sacro. 

Ma chi è monsignor Miñarro? 

Monsignor Miñarro entrò nel seminario di Moron e fu ordinato sacerdote nel marzo 1995 da monsignor Justo Laguna, uno dei principali promotori e referenti della cosiddetta ala progressista  della Chiesa argentina, caratterizzata da una predicazione gradevole per il mondo non cristiano, tipica di quello che oggi Papa Francesco ha definito come mondanità spirituale. Vale a dire un messaggio politicamente corretto che non impegna perché ha diluito all’origine la solidità dottrinale e teologica del dogma e le sue proiezioni sociali e comunitarie. 

In questa linea di azione e pratica pastorale, i referenti di questa al progressista erano soliti esibire pubblicamente le loro differenze e divergenze con la Chiesa come istituzione gerarchica, con la Tradizione (criticata perché antiquata e anacronistica), con la fermezza della Dottrina e le sue verità (qualificate come rigide e autoritarie) etc…

Le radici di questo risalgono alla teologia diffusa dal teologo Leonardo Boff, una delle più importanti guide di quella che è conosciuta come Teologia della Liberazione. 

A lungo termine, questa attitudine contestataria interna alla Chiesa, ha fatto sì che molti sacerdoti inquadrati in questa corrente non acquisirono una solida formazione dottrinale e molto meno una solida formazione filosofica e metafisica. Ragion per cui in molti finirono per abbandonare il sacerdozio. 

Il vescovo ausiliare in questione si è formato in questo contesto di adattamento al mondo da un lato e di ribellione contestatrice contro la Chiesa dall’altro. Grazie a tutto questo, quando era ancora un semplice sacerdote, l’attuale vescovo poté affermare con totale libertà che “le religioni in generale (inclusa quella cattolica) sono chiuse in se stesse” e che “le religioni hanno addormentato la relazione e il legame della gente con Dio”. 

In linea con la sua mancanza di solida formazione dottrinale e teologica, l’allora sacerdote poteva vantarsi di affermare che “per me non esistono certezze” ma che queste sorgono “mentre si va percorrendo il cammino”; che “le religioni, incluso quella cattolica, sono manipolatrici della coscienza”; che, circa “gli embrioni umani” e la determinazione di “quando comincia la vita” si tratta di una “argomentazione filosofica che ammette distinte risposte accettabili perché in filosofia non esiste una verità assoluta”, giustificando così il relativismo. 

Circa invece il cosiddetto matrimonio tra omosessuali, il sacerdote Miñarro si dichiarava a favore perché la stessa realtà lo obbligava a favorire “la dignità delle persone che vivono una relazione omosessuale dato che Dio accompagna queste situazioni”. E ancora: sosteneva che il matrimonio come relazione di due persone di sesso differente è una “definizione filosofica” che, anche se giustificato, è inaccettabile che si pretenda di imporre a tutti (qui). 

E’ importante rimarcare che prima di essere designato vescovo ausiliare, padre Oscar Eduardo Miñarro ha potuto far conoscere la sua più che confusa nebulosa concettuale, filosofica, teologica e dottrinale che presentava come professione di fede. In altre parole, prima di essere vescovo già si sapeva qual fosse il “credo” di padre Miñarro, che comunque non gli ha impedito di essere nominato vescovo nel settembre 2016. 

In realtà, in questo come in altri casi, per esempio gli ex preti villeros designati vescovi nel dicembre 2017, come Gustavo Carrara (ausiliare di Buenos Aires) e Josè Garcia Cuerva (ausiliare di Lomas de Zamora e successivamente vescovo di Rio Gallegos da gennaio 2019) non è tanto l’essere impregnati di idee di sinistra o rivoluzionarie, ma il fatto che in loro è evidente la mancanza di una solida formazione dottrinale e teologica che li ha portati a desacralizzare la loro figura di religiosi, a rifiutare il carattere istituzionale della Chiesa e a idealizzare i poveri come locus teologico (in una significativa coincidenza con l’idealizzazione marxista del proletariato come luogo storico della rivoluzione). In tutti i casi rispondono della dialettica inventata da Leonardo Boff della Chiesa come potere/istituzione contro la Chiesa popolare, ossia la dialettica della lotta di classe portata dentro la vita della Chiesa. 

E’ per questo motivo che il marxista Leonardo Boff (in foto), teologo ex francescano poi ridotto allo stato laicale, faceva parte della Fundacion Avina, vincolata alla famiglia Rockefeller e del gruppo Carta de la tierra, che ha tra i suoi principali promotori Stephen Clark Rockefeller, nipote del defunto David Rockefeller e che ha come obiettivo togliere di mezzo l’etica giudeo cristiana fondata sui dieci comandamenti formulati dal Dio biblico per sostituirla con una nuova etica umanista destinata a creare “una società globale fondata sui diritti umani, la giustizia economica e una cultura di pace”. Tradotto: il progressismo di radice neo marxista vincolato e associato al potere finanziario internazionale speculativo e predatore. 

In Argentina uno dei principali promotori di questo progressismo ecclesiastico è il sacerdote Eduardo de la Sierna, che a sua volta è membro storico del Centro di Studi legali e sociali (CELS) presieduto da Horacio Verbiztky, il quale negli anni ’70 fu membro del gruppo guerrigliero dei Montoneros e nello stesso tempo e successivamente legato ai servizi di intelligence militare.

Il Cels, di cui fanno parte entrambi i personaggi è finanziato dalla Ford Foundation, dalla National Endowment Democracy, dalla Open Society Foundation di George Soros, dall’Ambasciata britannica a Buenos Aires e dalla John Merck Foundation. 

E’ più che probabile che la maggioranza di questi sacerdoti “di sinistra e progressisti” non abbiano la minima idea di chi siano gli ideologi di questi movimenti di cui fanno comunque parte. Chi lo deve sapere però molto bene è padre de la Sierna. Ed è più che sicuro che la quasi totalità dei vescovi argentini non conoscano questo retroscena, ad eccezione di monsignor Hèctor Rubèn Aguer e forse qualcuno altro. E’ per questo che oggi la Chiesa argentina, per ignoranza e incapacità dei suoi pastori, si trova ad essere non tanto “il corpo visibile del Cristo invisibile”, ma una istituzione modellata a immagine e somiglianza di…George Soros e del potere finanziario internazionale.