Vaiolo delle scimmie, la disonestà di Oms e Ue
Sul vaiolo delle scimmie, l'Oms e l'Ue non dicono la verità fino in fondo. Non vogliono parlare degli Lgbti pride come occasioni di contagio. Non vogliono affrontare il tema della trasmissione del virus per via sessuale. Ed hanno impiegato troppo per diffondere i dati sul contagio, quasi tutto in Europa, più ancora che in Africa.
Oms ed Europa si confermano inaffidabili e manipolatori nell’agire contro il vaiolo delle scimmie. Le scorse settimane avevamo descritto su La Bussola il piglio censorio con il quale l’Oms era giunto persino a contraddirsi, pur di evitare di dover ammettere l’esplosione del diffondersi della pandemia del vaiolo delle scimmie (due LGBTI pride in Spagna e Belgio). Dalle poche decine di casi, ora l’Europa è passata ad essere il continente con il maggior numero di infettati con l'84% dei casi mondiali (1773 al 9 giugno), seguiti da Canada e Stati Uniti, mentre la Nigeria, paese che si dice originario del virus, registra solo 36 contagiati.
Tra i Paesi europei dove il contagio si è diffuso più velocemente, oltre al Regno Unito (524), si trovano la Spagna (313), Portogallo (241), Germania (263), Francia (125), Olanda (80), Italia (68) e Belgio (52). La maggior parte dei casi segnalati nella recente epidemia si è presentata attraverso i servizi di salute sessuale o altri servizi sanitari in strutture sanitarie primarie o secondarie. Il Comitato permanente tedesco per le vaccinazioni (STIKO) ha dichiarato, nei giorni scorsi, che le persone di età superiore ai 18 anni che sono state esposte o sono ad alto rischio di infezione da vaiolo delle scimmie dovrebbero essere vaccinate, in Germania erano 4 i casi registrati a fine maggio, dopo il Gay Pride nelle Canarie. La categoria ad alto rischio comprende gli uomini che hanno rapporti sessuali con partner maschili diversi.
Il 14 giugno scorso il Commissario Europeo per la Salute Stella Kyriakides ha firmato un accordo per l'acquisto di circa 110mila dosi di un vaccino contro il vaiolo delle scimmie, a nome degli Stati membri, le prime consegne di vaccini sono previste per la fine di giugno. "È la prima volta che utilizziamo i fondi dell'UE per acquistare vaccini da distribuire poi agli Stati membri", ha dichiarato Kyriakides alla vigilia del Consiglio sanitario Epsco. I casi di vaiolo delle scimmie continuano a crescere e ad inizio settimana scorsa, sono stati segnalati circa 900 casi in 21 Paesi dell'Ue/See, con circa 500 casi segnalati al di fuori dell'Ue in Paesi non endemici. Dunque gli omosessuali attivi possono dormire sonni tranquilli, l’Europa non lo dice apertamente, ma per loro c’è il vaccino gratuito che sta per arrivare.
Il motivo di questa ‘misteriosa diffusione’ è in fase di studio, dice l’Oms, ma non è chiaro se i numeri riscontrati siano solo la punta dell'iceberg. Addirittura per Ibrahima Socé Fall, vicedirettore generale per la risposta alle emergenze dell'Oms, ha ricordato che i cambiamenti climatici, la deforestazione, l'agricoltura e il "maggior contatto tra la popolazione umana e la foresta" sono alcuni dei fattori che influenzano l'aumento di malattie come il vaiolo delle scimmie, l'ebola e altre. Siamo seri? Le preoccupazioni che l’infezione si possano diffondere durante gli Lgbti Prides in tutta Europa erano e son ben chiare, ma si fa di tutto per censurarle. Quest'estate l'Europa ospita oltre 750 eventi Pride. Steve Taylor, membro del consiglio direttivo dell'EuroPride, ha affermato che la concentrazione della malattia nella comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con uomini non dovrebbe essere un motivo per cancellare gli eventi del Pride.
L’Oms invta a non stigmatizzare particolari gruppi di persone, né le scimmie o le regioni africane nelle quali l’infezione è endemica, perciò, oltre a censurare i pericoli che derivano dai rapporti omosessuali e la diffusione che accelera e può accelerare con le celebrazioni dei Gay Pride, l’Oms ha preferito assicurare il 14 giugno scorso che cambierà il nome del virus, per evitare strumentali discriminazioni. Eppure, a ben guardare i luoghi delle manifestazioni dei Gay Pride in Europa e nel mondo e la crescita della diffusione del virus, che ha una incubazione di 21 giorni, già da ora si potevano precauzionalmente lanciare degli allarmi e un forte invito a sospendere le manifestazioni per il bene stesso dei partecipanti e di coloro che in qualche modo saranno a contatto con loro. "Chiunque può sviluppare [e] diffondere l'infezione da vaiolo, ma... molte delle persone colpite nell'attuale epidemia globale si sono identificate come uomini gay e bisessuali", aveva detto a fine maggio e con ragione il dottor John Brooks, responsabile medico della Divisione di prevenzione dell'Hiv/Aids dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Tanto è vero che, riporta la Reuters nei giorni scorsi, “frammenti del virus del vaiolo delle scimmie sono stati rilevati nello sperma di una manciata di pazienti in Italia”, come emerge da uno studio dei ricercatori dello Spallanzani. Una trasmissione molto simile alle malattie a trasmissione sessuale come l'Hiv/Aids, la clamidia e la sifilide, causate da agenti patogeni che passano da una persona all'altra, in particolare nello sperma, nelle secrezioni vaginali o in altri fluidi corporei. In più, il virus del vaiolo delle scimmie si diffonde anche attraverso il contatto ravvicinato con una persona infetta, attraverso le lesioni cutanee o le goccioline respiratorie. Il pericolo di diffusione del virus è reale e, interessi e privilegi delle lobby Lgbti, non possono e non devono essere anteposti alla salute pubblica. L’Europa paga i vaccini per le conseguenze dei loro innaturali appetiti sessuali, le autorità sanitarie stravolgono i nomi delle malattie per ossequiarli, il tutto in un clima di censura grave, pericoloso e codardo.