Vaccini e infertilità, i ricercatori lanciano l'allarme
Dopo le parole di Roxana Bruno su vaccini Covid e rischio fertilità, l'allarme arriva da Janci Chunn Lindsay che in passato lavorò allo sviluppo di vaccini contraccettivi: a causa della somiglianza tra le sincitine e la proteina spike di SARS-CoV-2, le risposte anticorpali indotte dal vaccino potrebbero innescare una reazione crociata, causando effetti collaterali che interessano la riproduzione. Anche il virologo Bill Gallaher conferma i sospetti e sottolinea i già numerosi casi di aborti spontanei e irregolarità mestruali in donne vaccinate.
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Da tempo si parla delle possibili conseguenze dei vaccini per il Covid-19 e la fertilità. La Bussola ne aveva già parlato in un articolo dello scorso 31 gennaio, raccogliendo l’allarme lanciato da una scienziata argentina, l’immunologa Roxana Bruno, che ha messo in evidenza nei suoi studi il rischio che determinati vaccini anti Covid, che utilizzano la proteina spike del virus SARS-CoV-2 come antigene per attivare la risposta immunitaria, possano causare infertilità. Questo perché i vaccini COVID-19 posseggono un’elevata somiglianza genetica e proteica con due proteine umane, Sincitina-1 e Sincitina-2
L’ipotesi della scienziata argentina non è stata presa in considerazione dal pensiero mainstream, che ovviamente l’ha liquidata come complottista.
Tuttavia, in un recente incontro del 23 aprile del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione del CDC (il centro statunitense per il controllo delle malattie infettive, un organo governativo) tenutosi ad Atlanta, si è tornati a parlare di questo tema. Il focus di questo incontro erano i disturbi della coagulazione del sangue a seguito dei vaccini Covid.
È intervenuta la dott.ssa Janci Chunn Lindsay, che dirige il Laboratorio di tossicologia e biologia molecolare per i servizi di supporto della tossicologia presso l’Università del Texas. La dottoressa Lindsay ha una vasta esperienza nell'analisi del profilo molecolare delle risposte farmacologiche. La sua competenza è incentrata sulla valutazione delle complesse dinamiche di tossicità, come la farmacologia dei tossici, la via di esposizione, il metabolismo dell'ospite e i conseguenti effetti cellulari in relazione al contributo di sostanze specifiche al rischio di salute e fertilità e alle malattie umane. La ricercatrice ha esposto i motivi per cui i vaccini Covid potrebbero indurre anticorpi cross-reattivi contro la sincitina e compromettere la fertilità e gli esiti della gravidanza.
Le sincitine sono espresse fisiologicamente durante la gravidanza: intervengono nello sviluppo della placenta, nel differenziamento dei trofoblasti, nell’impianto dell’embrione nell’utero materno e nell’immunosoppressione del sistema immunitario della madre per prevenire il rigetto allogenico dell’embrione. A causa della notevole somiglianza tra le sincitine e la proteina spike di SARS-CoV-2, le risposte anticorpali indotte dal vaccino COVID-19 potrebbero innescare una reazione crociata contro le sincitine, causando effetti collaterali allergici, citotossici e/o autoimmuni che interessano la salute umana e la riproduzione. I vaccini a mRNA hanno il potenziale per interferire sul DNA umano mediante il meccanismo del silenziamento genico mediato dall’RNA di interferenza. Il gene della sincitina potrebbe essere messo a tacere e, quando la quantità di proteina sincitina diminuisce, si verificano gravi difetti nella placenta, scarsa differenziazione del trofoblasto umano e disfunzione vascolare placentare, con conseguente fine della gestazione.
La ricercatrice ha ricordato anche una propria esperienza diretta su questo campo: "A metà degli anni '90, ho aiutato lo sviluppo di un vaccino contraccettivo umano temporaneo che ha finito per causare distruzione e sterilità ovarica autoimmune non intenzionali in modelli di test sugli animali. Nonostante gli sforzi contro questo e le analisi di sequenza che non lo prevedevano”. Bisogna sottolineare questo passaggio a beneficio delle anime belle che sostengono la liceità morale dei vaccini. I vaccini non sono solo quei benemeriti farmaci che hanno debellato la poliomielite o il tetano, ma possono essere utilizzati allo scopo di controllare farmacologicamente la fertilità umana, fino a comprometterla definitivamente.
La dottoressa Lindsay ha concluso il suo intervento affermando di essere fermamente convinta che “tutti i vaccini per la terapia genica (Pfizer e Moderna) debbano essere sospesi immediatamente a causa di problemi di sicurezza su più aspetti”, dalle coaugulopatie alla fertilità.
Dunque, per la ricercatrice ci sono ragioni fondate per ritenere che i vaccini Covid possano reagire in modo crociato con la sincitina e le proteine riproduttive nello sperma, negli ovuli e nella placenta, portando a una ridotta fertilità e ad esiti riproduttivi e gestazionali compromessi.
Un altro autorevole scienziato, il virologo Bill Gallaher, ha ammesso che ci si può effettivamente aspettare una reazione incrociata, a causa delle somiglianze nella conformazione del foglio beta tra le proteine spike e la sincitina-1 e la sincitina-2. Sono già attestati da osservazioni di farmacovigilanza numerosi casi di aborti spontanei in persone vaccinate, così come numerose segnalazioni di irregolarità mestruali in donne vaccinate.
È evidente che questi fenomeni devono essere indagati; specie in un momento come quello attuale si chiede di estendere la vaccinazione agli adolescenti, dai 12 ai 16 anni, per poi arrivare in tempi brevi anche ai bambini fin dalla nascita. Bambini e ragazzi che presentano un tasso di mortalità da Covid dello 0,002%, e dove la patologia si manifesta al massimo come un forte raffreddore con qualche linea di febbre. Ma il Moloch da soddisfare - si sa - è il raggiungimento dell’immunità di gregge. E per far questo si potrebbe potenzialmente sterilizzare un'intera generazione.