Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Apollinare a cura di Ermes Dovico

Emergenza Covid

Utero in affitto: ritardi nella "consegna" dei bambini

Causa emergenza Covid molte coppie, anche gay, che avevano chiesto un bambino tramite maternità surrogata non possono recarsi nei paesi cin cui è venuto alla luce e quindi il bimbo rimane "in giacenza". 

Gender Watch 26_04_2020

Causa emergenza Covid molte coppie, anche gay, che avevano chiesto un bambino tramite maternità surrogata non possono recarsi nei paesi in cui il bambino è venuto alla luce. Il piccolo rimane così “in giacenza”. Altre volte riescono a recuperare il “pacco” ma non possono far ritorno nel proprio paese di origine. Un caso simile è quello della coppia omosessuale formata dagli inglesi James e Rob (nella foto).

Questi sono riusciti a volare a Portland, nell'Oregon, però le autorità locali non rilasciano il passaporto al bambino nato tramite utero in affitto. Dunque il bambino vive con loro, ma i tre non possono far ritorno nel Regno Unito.

Casi simili negli USA ammontano ad una ventina e nei prossimi mesi verrà alla luce un altro centinaio di bambini nati tramite utero in affitto che forse non potranno essere “consegnati” alle coppie richiedenti.

"Abbiamo bisogno che l'agenzia dei passaporti includa la maternità surrogata nella definizione di emergenza in modo che i genitori possano ottenere il passaporto per questi bambini" ha affermato l’avvocato Robin Pope, specialista in filiazione tramite fecondazione artificiale.

E se questi bambini si ammalassero? "Per il funzionamento del nostro sistema sanitario, è necessario essere residenti per ottenere un'assicurazione sanitaria. Se qualcuno di loro dovesse ammalarsi, sarebbe un problema enorme”, ha aggiunto Pope.

Questa vicenda dei bambini “in fase di consegna” mette ben in evidenza come il bambino sia ridotto dalla pratica dell’utero in affitto ad un vero e proprio pacco postale e come la maternità surrogata non sia per nulla una maternità, ma solo un mezzo per stravolgerla.