Utero in affitto, è russa la repressione che funziona
Dopo un articolo-denuncia del Guardian la polizia russa ha arrestato otto persone, imputate dei crimini di schiavitù e commercio di esseri umani e indagato diverse decine di medici ed infermiere per gravi crimini, tra cui la tratta di esseri umani. Una risposta chiara a chiunque voglia legalizzare qualunque forma di maternità surrogata. I bambini torneranno alle loro madri o saranno dati in adozione.
La Russia di Putin sa ancora cosa significa dignità umana per bimbi, donne e famiglia naturale, diversamente dall’Ucraina, coccolata a dismisura da Europa e potenti filantropi negli ultimi dieci anni. Ricordiamo bene le immagini che lo scorso maggio sono rimbalzate nei mass media di tutto il mondo, quelle immagini e dichiarazioni dei medici e responsabili della Clinica Albergo Venezia, che rassicuravano sulla salute di centinaia di bimbi surrogati, frutto di compravendita della maternità del paese da parte di coppie etero e omosessuali europee.
In Russia le cose sono tutte molto più semplici, rapide e chiare, in questi casi la determinazione di Putin non guasta affatto. Lo scorso 29 Luglio il Guardian ha pubblicato un servizio-scandalo, nel tentativo di mostrare al mondo occidentale, che non solo nella “buona e brava” Ucraina era consentita la pratica schiavista ed incivile della maternità surrogata, ma che anche in Russia tale pratica era sopportata. Così con un titolone in prima pagina, “1000 bimbi nati da madri surrogate in Russia” si dava conto della medesima tragedia con bambini ospitati in appartamenti affittati a Mosca e San Pietroburgo. Nelle parole del quotidiano inglese, il dramma non si riferisce alla cosificazione dei bambini, alla loro privazione di vivere con madri e padri naturali, né alla schiavitù delle madri surrogate. Per il Guardian il disappunto sta nel diritto non riconosciuto dei «genitori acquirenti di non poter abbracciare i propri figli», già pagati eppure fermi nelle «cliniche di stoccaggio».
Ciò che non potevano prevedere i benpensanti che promuovono la maternità surrogata in tutto l’occidente era la reazione della Russia. Il Governo di Mosca, un istante dopo la pubblicazione della inchiesta giornalistica, ha messo in marcia i propri servizi di polizia investigativa e setacciato le due città più popolose della Russia in cerca dei malfattori che si dedicano alla schiavitù delle donne e alla vendita di bambini (esseri umani). Nel giro di soli tre giorni, lo scorso 3 agosto la polizia russa ha arrestato otto persone, imputate dei crimini di schiavitù e commercio di esseri umani e indagato diverse decine di medici ed infermiere per gravi crimini, tra cui la tratta di esseri umani. Una risposta chiara e determinata a chiunque voglia palesemente o surrettiziamente legalizzare qualunque forma di maternità surrogata, schiavitù femminile e tratta di esseri umani.
Che fine faranno i bambini? Torneranno dalla loro madri, E, se queste non li vorranno, verranno dati in adozione a coppie russe che se ne prenderanno cura come figli. La Russia ha dimostrato ancora una volta che su questi principi non negoziabili non attende il consenso della opinione pubblica occidentale, agisce con determinazione e pieno rispetto di tutte le convenzioni internazionali che, al momento, ancora celebrano la dignità degli esseri umani, i diritti dei bambini ad avere padre e madre biologici e la fine di tutte le schiavitù, inclusa quella femminile. Poche parole, ancor meno cerimonie, ma molti fatti e azioni concrete, su questi temi c’è molto da imparare in occidente dalla Russia di Putin.