Usa, il coronavirus fa più morti negli Stati democratici
Joe Biden porta la mascherina, Donald Trump no. È diventato un gesto politico negli Usa più polarizzati che mai, con i Democratici favorevoli al lockdown nel nome della scienza e i Repubblicani per la riapertura in nome della libertà. Ma i numeri, con buona pace della scienza, premiano i Repubblicani: meno morti nei loro Stati.
La mascherina è di destra o di sinistra? E’ chiaramente di sinistra. La prova è stata mostrata in diretta Tv negli Stati Uniti con i discorsi paralleli di Donald Trump e di Joe Biden (candidato dei Democratici alle presidenziali) nel giorno del ricordo dei caduti in guerra. Biden portava la mascherina, nera colore del lutto. Trump, al contrario, non la indossava nel suo discorso nel giardino della Casa Bianca. La mascherina non è mai stata portata in pubblico dal presidente repubblicano (e il suo vicepresidente, Mike Pence, non l’aveva neppure in visita ad un ospedale, la Mayo Clinic del Minnesota). Indossarla o no, è ormai un gesto politico: sono i due approcci opposti all’epidemia. I Democratici vogliono il lockdown, i Repubblicani no e adesso scalpitano per riaprire tutto. La scienza vorrebbe dar ragione ai Democratici, che richiedono la mascherina, sono favorevoli al prolungamento del lockdown per motivi di sicurezza (dietro suggerimento di Anthony Fauci, l’immunologo che negli Usa guida l’equivalente del nostro Comitato tecnico-scientifico). Però i numeri sono cocciuti e non si piegano alla "scienza": negli Stati governati dai Democratici ci sono generalmente più morti rispetto a quelli governati dai Repubblicani.
Ci sono due Stati, in particolare, che da soli hanno registrato un terzo di tutti i morti di coronavirus negli Usa: New York, con 29.193 vittime (dato del 26 maggio) e il New Jersey, con 11.144 vittime. Poi seguono il Massachusetts (6.416), la Pennsylvania (5.152), il Michigan (5.240), l’Illinois (4.884), la California (3.795), il Connecticut (3.742), la Louisiana (2.690) e il Maryland (2.333). Ebbene questi dieci Stati, primi per mortalità, sono tutti democratici ed hanno applicato rigide misure di lockdown, all’italiana. Solo all’undicesimo posto troviamo uno Stato repubblicano, la Florida, con 2.252 vittime del coronavirus. A seguire l’Ohio con 1987 morti, l’Indiana (1984), la Georgia (1830) e il Texas (1527). La Florida e la Georgia sono state fra le ultime ad applicarlo (2 aprile) e fra le prime a riaprire (dal 24 aprile per la Georgia e dal 4 maggio per la Florida), salvo alcune restrizioni. In Ohio, dove un tribunale ha emesso una sentenza secondo cui le misure restrittive sono illegali, un lockdown ormai solo parziale rimarrà in vigore fino alla fine del mese, ma dal 12 maggio tutto il necessario è già aperto. In Indiana il lockdown è stato più lungo che negli altri Stati repubblicani esaminati qui (dal 25 marzo) e le riaperture, dal 4 maggio, più graduali che altrove. In Texas, invece, il governatore repubblicano Greg Abbott ha applicato con estrema riluttanza le misure di lockdown, il 3 aprile, e ha riaperto il più possibile il prima possibile, già dal 30 aprile.
Quindi abbiamo Stati democratici che hanno applicato misure di prevenzione molto rigide che registrano il più alto numero di vittime e Stati repubblicani, che si sono mossi molto più in ordine sparso e lasciando più liberi i loro cittadini che ne hanno subiti meno. Questo vale per i numeri assoluti, ma anche per quelli relativi, in proporzione alla popolazione. Le vittime subite da New York sono 150 ogni 100mila abitanti, il dato più alto in assoluto. Seguono New Jersey (125), Connecticut (104), Massachusetts (92), Washington DC (61), Louisiana (58), Rhode Island (57), Michigan (52), Pennsylvania (40), Illinois e Maryland entrambi con 38 morti ogni 100mila abitanti. Sono tutti Stati con governatori democratici, tutti pro-lockdown eppure registrano il più alto tasso di mortalità negli Usa.
Vi sono poi 5 Stati che, in questi due mesi, non hanno mai applicato alcuna politica di lockdown e non hanno mai fatto marcia indietro. Sono tutti Stati con governatori repubblicani: Arkansas, Nebraska, Nord Dakota, Sud Dakota e Oklahoma. Nello Utah, solo le contee di Summit, Salt Lake e Davis hanno dato l’ordine di stare a casa, ma nel resto dello Stato i cittadini sono rimasti liberi. In questi Stati non c’è stato un eccidio, come si potrebbe pensare. Anzi: tutti registrano una mortalità molto bassa: 312 morti in Oklahoma, 150 in Nebraska, 117 morti in Arkansas, 54 morti in Nord Dakota, 50 in Sud Dakota, mentre lo Utah solo localmente in lockdown ne registrava ieri 101. Questo perché si tratta soprattutto di Stati rurali? Certamente. Ed è la dimostrazione che non è saggio applicare la stessa politica a tutte le regioni, urbanizzate e rurali, su scala nazionale, come avviene regolarmente in Europa. Ed è una delle tre lezioni che finora ci insegnano gli Usa.
Le altre due sono: il lockdown non è una bacchetta magica, considerando che il maggior numero di morti si ha negli Stati democratici che lo hanno applicato in modo più rigido. E la terza è l’asimmetria dell’informazione, che pende sempre più palesemente dalla parte dei Democratici. Chiunque, anche in Italia, ha sentito parlare degli sforzi titanici di Andrew Cuomo, governatore di New York, che è diventato l’eroe anti-Trump. Eppure Cuomo, pur avendo applicato le politiche più rigide, ha il maggior numero di morti nel suo Stato, un terzo del totale delle vittime in tutti gli Stati Uniti. Un successo? Forse no. In compenso, nessuno ha mai sentito parlare di Kristi Noem, Repubblicana, governatrice del Sud Dakota: niente lockdown e solo 50 morti.