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SHUTDOWN

Usa, governo federale chiuso. E stavolta potrebbe anche cambiare

Mentre l’Italia è bloccata dallo sciopero generale, gli Usa sono parzialmente paralizzati dallo “shutdown”, la chiusura delle attività del governo federale. Per parte dell'amministrazione Trump è un'occasione per far dimagrire lo Stato.

Esteri 03_10_2025
Shutdown, parchi nazionali chiusi (La Presse)

Mentre l’Italia, oggi (venerdì 3 ottobre) è bloccata dallo sciopero generale dei sindacati, gli Usa sono parzialmente paralizzati dallo “shutdown”, la chiusura delle attività del governo federale (lo Stato centrale). Il governo federale deve essere finanziato con una legge approvata dal Congresso, ogni anno, entro il 1 ottobre. Se non viene raggiunto un accordo in Congresso, il governo chiude, come un’azienda qualsiasi. Il fenomeno dello shutdown è ormai abbastanza frequente e non dovrebbe sorprendere più nessuno, né suscitare catastrofismi. Ma questa volta potrebbe finire diversamente.

Entrambi i partiti intravedono una possibile via d’uscita se viene approvata l’estensione di un anno dei sussidi dell'Affordable Care Act, la legge sulla sanità originaria dell’amministrazione Obama e soprannominata Obamacare. In questo caso particolare, si sta dibattendo sui sussidi che i meno abbienti ricevono per permettersi delle assicurazioni sanitarie private. La misura scade alla fine dell’anno e se non venisse estesa comporterebbe un aumento dei costi sanitari per oltre 20 milioni di persone che stanno ricevendo questi sussidi. Ad opporsi all’estensione del piano sono una parte dei Repubblicani più contrari all’Obamacare, ma anche la sinistra del Partito Democratico, che la intende come un cedimento troppo facile.

I leader democratici affermano che non accetteranno la riapertura del governo finché le loro richieste in materia di assistenza sanitaria – almeno alcune di esse – non saranno soddisfatte.

Nel frattempo, il governo federale resta chiuso. Come cambia la vita degli americani? Meno di quanto si creda in Europa. Perché, contrariamente all’Italia e a quasi tutti gli altri paesi del Vecchio Continente, il governo federale controlla relativamente poco. Il grosso dei servizi viene erogato, oltre che dai privati, dai governi locali degli Stati e delle contee. L’associazionismo, inoltre, è molto più diffuso e capillare che in Europa e copre molti dei buchi lasciati dai privati e dagli Stati. Insomma, negli Usa si ha un sistema basato su una sussidiarietà autentica, per cui gli americani continuano a vivere anche col governo chiuso.

Tuttavia ci sono servizi che sono ormai esclusivamente appannaggio del governo federale, non solo il funzionamento dei ministeri e dei parchi nazionali (che includono anche i musei pubblici nazionali), ma anche della previdenza sociale, dei programmi sanitari nazionali, della posta, dell’esercito, della polizia federale e dei tribunali federali. Tutti chiusi? No, ci sono molte eccezioni. La Social Security Administration continuerà a erogare prestazioni pensionistiche e di invalidità, ma metterà in congedo il 12% del suo personale. Continueranno anche i programmi sanitari Medicare e Medicaid. E continuerà a funzionare il più grande programma di aiuti alimentari del Paese, e lo Special Supplemental Nutrition Program for Women, Infants and Children. Il servizio postale statunitense non subirà modifiche perché non dipende dal Congresso per i finanziamenti. Anche la Fema (agenzia per la protezione ambientale) continua a lavorare ed è in grado di intervenire in caso di disastro naturale, con i suoi 2,3 miliardi di dollari del Fondo per la ricostruzione dopo i disastri. Ma circa 4mila suoi dipendenti saranno sospesi dal lavoro durante la chiusura.

L'Irs (Agenzia delle entrate) avrà il personale al completo per cinque giorni. Poi non si sa. L’agenzia ha già subito tagli e ha un quarto del personale in meno alla fine di quest’anno. Oltre 13mila controllori di volo continueranno a lavorare. Ma lo dovranno fare senza stipendio, fino alla fine della chiusura. Idem dicasi per i militari: i 2 milioni di uomini in uniforme statunitensi rimarranno al loro posto senza stipendio fino alla fine della chiusura. La magistratura federale ha avvertito che i tribunali potrebbero rimanere senza fondi per sostenere pienamente le loro attività dopo il 17 ottobre. Restano al loro posto gli agenti doganali (Ice), l’Fbi, Guardia Costiera e Dea, che stanno lavorando in condizioni di “emergenza nazionale”, anche durante lo shutdown.

Questa condizione continuerà fino al raggiungimento di un accordo. Ma stavolta potrebbe finire diversamente. Perché il direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio è Russel Vought, della Heritage Foundation, nonché co-autore del famoso Progetto 2025, che non vede l’ora di ridurre il peso dello Stato, tagliando parecchi dei suoi rami amministrativi. Appena iniziato lo shutdown, Vought ha pubblicato su X la notizia della sospensione di 18 miliardi di dollari di fondi federali per i lavori infrastrutturali di New York City. Poi ha annunciato che 8 miliardi di dollari di fondi del Dipartimento dell'Energia destinati a progetti sul clima sarebbero stati cancellati. E già la settimana scorsa ha emesso un promemoria che ordinava alle agenzie federali di elaborare piani per licenziamenti su larga scala in caso di shutdown.

Inutile dire che Trump sostiene i proclami di Vought e gli dà pieno appoggio. Potrebbe, appunto, trattarsi di una tattica negoziale: i Democratici sono spinti ad accettare ogni compromesso, pur di non trovarsi con tutti i loro progetti preferiti senza soldi e chiusi definitivamente, con migliaia di lavoratori a spasso. Ma potrebbe essere veramente una svolta: cioè che, approfittando dello shutdown, l’amministrazione Trump riduca definitivamente il peso del governo federale.