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IL CASO

Uova contaminate: scandalo alimentare? No, una frode

La responsabilità della vicenda delle uova contaminate da un insetticida proibito (Fipronil), che interessa 15 paesi europei, va attribuita a un classico caso di frode e al fallimento del sistema di controllo europeo. Ma fortunatamente per la salute della persone non si corrono rischi.

Creato 13_08_2017
Uova

Il 20 luglio 2017 la Commissione Europea è stata informata attraverso il sistema europeo di allerta rapido per le derrate alimentari e alimenti per animali (RASFF) che una società di servizio di cura degli allevamenti avicoli aveva usato sostanze illegali. Lo aveva fatto in Olanda, ma il prodotto antiparassitario proveniva dal Belgio. A quanto è dato sapere sembra che la prima denuncia fosse arrivata agli organismi olandesi già nel 2016 ed è per questo che un gruppo di Paesi membri UE che hanno ricevuto le uova ora sta puntando il dito contro l’Olanda. Comunque sia, dobbiamo affermare senza ombra di smentita che il sistema RASFF non ha funzionato e quindi le uova hanno potuto circolare per troppo tempo. Sono già 15 i paesi interessati.

In pratica si volevano difendere gli allevamenti di galline ovaiole da un acaro ematofago (Dermanyssus gallinae) che è sempre vissuto nei pollai e che durante la notte si inserisce sul corpo delle galline e ne succhia il sangue, debilitandole. Gli unici prodotti di difesa ammessi sono le piretrine o i piretroidi ed anche preparati un po’ estemporanei provenienti dall’agricoltura biologica come il DEGA 16, che è un detergente per ambienti avicoli a base di essenze di eucalipto e menta ad azione pseudoinsetticida e repellente. Sempre a quanto è dato sapere, un produttore belga di questi preparati, ben sapendo della scarsa efficacia del DEGA 16, ha creduto opportuno aggiungervi l’insetticida Fipronil. Ha così ottenuto un prodotto veramente efficace, ma senza preoccuparsi che non era ammesso su animali che producevano alimenti (il Fipronil, infatti, era ed è autorizzato per la disinfezione delle sementi e per disinfestare ambienti e animali domestici da insetti e parassiti resistenti ad altri insetticidi).

Dunque si tratta di una vera e propria frode e non dello scandalo nell’uso di un prodotto autorizzato e rivelatosi dannoso. Dalle analisi effettuate i residui trovati vanno da 0,039 a  1,2 mg/kg  (per paragone si pensi che una pipetta di un antipulci per un cane molto piccolo o un gatto contiene 50 mg di fipronil ed il contenuto cresce fino a 402 mg per un cane XL; se poi consideriamo anche quello che si sparge in una casa per gli insetti possiamo dire che siamo a livelli di 1000 mg, cioè 1 g).

Sono anche stati fatti i calcoli di quante uova si dovrebbero mangiare per superare la LMR ammessa (Limite Massimo del Residuo, cioè un limite molto ma molto cautelativo). Dato che LMR è rapportato al peso corporeo e prendendo il limite massimo di residui trovati di 1,2 mg si è visto che un uomo adulto per superare  LMR dovrebbe mangiare minimo 10 uova /giorno, un adolescente minimo 8, un bambino 3 e un infante (fino a 3 anni) 1 uovo al giorno. Se ammettiamo poi che queste uova siano finite in prodotti alimentari occorre tenere conto del fattore di diluzione che allontana ulteriormente qualsiasi pericolo.  Va ricordato inoltre che i richiami di partite di alimenti fuori norma per presenza di batteri sono all’ordine del giorno, senza che per questo si sia determinato qualche ricovero ospedaliero.

Per finire è bene che si ricordi sempre che il più grave scandalo, per la verità messo a tacere in poco tempo, è avvenuto in Germania nel 2011, a causa di germogli “biologici” contaminati da un ceppo particolarmente virulento di Escherichia Coli. A consuntivo si sono contati ben 53 morti e quasi 3000 intossicati gravi e con lesioni permanenti ai reni. Eppure sarebbe bastato lavare con una soluzione clorata i semi prima di metterli in germinatoio, ma il protocollo del produrre biologico non lo permette.

Un’ultima considerazione va fatta sulla filiera avicola. Le frodi esistono in ogni settore e quindi non sono prevenibili, ma solo punibili a posteriori, sicuramente in questo caso vi si poteva porre rimedio molto prima se controlli e segnalazioni fossero state accolte più tempestivamente. In definitiva quindi non si può colpevolizzare tutta una filiera che tra l’altro è soggetta a regolamentazioni sempre più restrittive per il modo di trattamento degli animali e che comportano costi supplementari notevoli.

Non dimentichiamoci che  oggigiorno le uova e la carne di pollo sono l’alimento più banale che può arrivare sulle nostre tavole. Oggi si mangia un pollo già arrostito per 7 € circa e si sfama una famiglia di 5 persone, ma non è sempre stato così: infatti basta tornare solo al dopoguerra e la cena di primavera in campagna, dove sono nato, era fatta da mezzo uovo e tanta insalata condita con tanto aceto, mentre oggi allo stesso prezzo ce ne troveremmo nel piatto una dozzina (ricordo che un  nostro operaio di campagna diceva, ridendo, che si era accorto che le galline deponevano uova intere solo da adolescente, dato che nel suo piatto ha sempre visto delle mezze uova). Inoltre, le nidiate di pulcini di primavera, che diventavano galletti commestibili dopo tre mesi (oggi in 35 giorni diventano macellabili)  come minimo originavano almeno tre pasti per cinque persone e non mi si dica che erano più buoni allora che non ora già arrostiti. Io ho mangiato gli uni e gli altri e quindi so fare il confronto e posso dire che si rimpiangono i tempi antichi per due soli motivi: la gran fame che faceva diventare tutto eccellente e l’agognata giovane età che con la “lente” del vecchio è mondata da ogni inconveniente; sono queste due “livelle”, come direbbe Totò, che cancellano tutto il resto e fanno rimpiangere i tempi antichi.